Riflessioni in calce alla conferenza di Filiberto Battistini

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di Clara Rossetti

Così da sempre

Tu
infinito
che mi avvolgi
e io sempre
a una infinita
distanza.

Tu che incombi
fino a schiacciarmi
e io che non posso
raggiungerti
mai.

Davide Maria Turoldo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Ultimo atto della sua onnipotenza

Sì, bisogna distruggerti, Dio,
per crederti quale tu sei.

E quando il nulla
avremo raggiunto
finalmente sapremo
una "cosa" sola

o Deità.

Davide Maria Turoldo

La politica ha a che fare con la conoscenza di sé, è l’indagine su ciò che noi siamo, sul nostro modo di vivere. L’oggetto della politica è la felicità. La felicità è il principio e il fine del nostro agire. Il concetto è questo, in quanto uomini cerchiamo non solo di sopravvivere, ma anche di essere felici e questo è difficile.
Perché? Non chiediamo mai al prossimo: -Sei felice?.
Ci limitiamo a chiedergli: -Come stai?.
Il filosofo vuole essere felice. Lo studio, il sapere gli consente di essere felice, solo attraverso la filosofia questo si verifica, e se non arriviamo a questo, la vita non è realizzata.
Prendersi cura dell’anima è proprio la scienza della politica, dobbiamo mettere a posto noi stessi, realizzare il cammino che porta all’anima. Aver cura di se stessi è virtù. Il non aver bisogno di nulla è pura arroganza.
Socrate dice:- L’uomo felice è l’uomo giusto, all’uomo giusto non può succedere nulla di male, il vero male per l’uomo è commettere ingiustizia.
Cosa vuol dire giustizia? Dar ordine nell’anima. Le passioni distruggono l’uomo che ne è prigioniero; dobbiamo riuscire a non essere vittime delle passioni.
L’uomo felice che perviene alla saggezza è il vero uomo politico che sa governare se stesso. La politica è la scienza del bene, solo ribellandosi a modelli stereotipati si può addivenire alla felicità, se ci ribelliamo "all’ovvio" siamo filosofi e in quanto tali possiamo essere felici.
Platone dice:- Conosci te stesso e sii felice.

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di Gino Fiorin

In un periodo come questo, notevoli sono le contraddizioni che stiamo vivendo specialmente dal punto di vista sia della ragione che della fede.
Trovo strano che solo poche persone che dicono di cercare la verità riescano a dialogare fra loro su argomenti di fondo quali il senso dell’esistenza, l’inizio e fine della storia, il problema della morte, le questioni politiche e sociali; argomenti che riguardano i filosofi, i teologi e i politici.
Sono questi argomenti di stretta pertinenza dello"spirito" che sfuggono a qualsiasi legge scientifica.
Lo "spirito" per me è ciò che anima l’uomo, che lo fa vivere, che gli permette di seguire e di rincorrere le idee che gli fanno cogliere l’essenza della realtà umana. La filosofia dovrebbe essere una continua ricerca che non interessa solo i filosofi ma anche i teologi e in modo particolare ai teologi monoteisti. Sono anche del parere che non si possa ridurre lo spirito e le idee che produce in noi, in qualche cosa di oggettivo, sia che si faccia un discorso filosofico che teologico; anche se tale operazione può in qualche modo toglierci i sensi di angoscia che provengono dalla mancanza di certezze.
Credo che ciò che lo spirito ci fa "vedere" non sia altro che la visione che mi appartiene ma che è adesso e che tra poco sarà superata, è una verità ma non è la "verità", non posso pensare mai ad una idea finita, definita, perché non sarebbe più un’idea ma diventerebbe ideologia.
Le idee non possono dare sicurezza, le ideologie (idee oggettivate) danno sicurezze ma non possono durare perché possono facilmente essere confutate, lasciano il tempo che trovano.

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