La Pagina di Rosetta


La parola «filosofia» deriva dal termine greco che significa «amore per la sapienza».


a cura di Dolores Bernardi

Assistendo alle lezioni di filosofia del Prof. Stoppani tante domande e tanti perché mi sono frullati in testa, ora cercherò di spiegare con parole semplici quello che per me vuol dire filosofia.


Che cos’è la filosofia? Questa è una domanda notoriamente difficile. Uno dei modi più facili per rispondere è quello di dire che la filosofia è ciò che i filosofi come Platone, Aristotele, Descartes, Hume, Kant, Russel, Wittgenstein ecc. esprimevano con i loro scritti. Ma probabilmente questa risposta non è di grande aiuto per chi sta appena iniziando lo studio della filosofia, e non abbia dunque letto nulla di questi autori.
I filosofi esercitano un’attività di pensiero e riflessione su temi esistenziali di fondo quali il senso della vita e dell’universo. Essi inoltre analizzano e chiariscono concetti importanti.
Riguardo a quali genere di cose i filosofi producono argomenti? Spesso esaminano credenze che la maggior parte di noi dà generalmente per scontate. Si preoccupano di questioni legate a ciò che si potrebbe genericamente chiamare «il significato della vita»: questioni riguardanti la religione, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, la politica, la natura del mondo esterno, la mente, la scienza, l’arte e numerosi altri argomenti. La maggior parte delle persone, per esempio, vive la propria vita senza interrogarsi sulle proprie convinzioni fondamentali, come il fatto che uccidere sia sbagliato.
Ma perché è sbagliato? Ed è sbagliato in tutte le circostanze? E in ogni caso, che cosa significa «sbagliato»? Queste sono domande filosofiche. Molte delle nostre credenze, una volta esaminate, risultano avere solidi fondamenti, ma alcune non li possiedono. Lo studio della filosofia non solo ci aiuta a riflettere in modo chiaro sui nostri pregiudizi, ma ci aiuta anche a chiarire quali siano esattamente le nostre credenze. In questo processo la filosofia sviluppa la capacità di argomentare coerentemente su una vasta gamma di questioni.
Ogni serio studio della filosofia comporterà inoltre una combinazione di analisi tematica e di studio storico, poiché se non conosciamo gli argomenti e gli errori dei filosofi precedenti non possiamo sperare di portare alcun contributo sostanziale alla disciplina. Senza qualche conoscenza della storia, i filosofi non potrebbero fare progressi; continuerebbero a commettere gli stessi errori, inconsapevoli del fatto che sono già stati commessi. Molti filosofi, inoltre, elaborano le loro teorie osservando che cosa c’è di sbagliato in quelle dei filosofi precedenti.
Si dice talvolta che studiare la filosofia non sia di nessuna utilità perché tutto ciò che i filosofi fanno è di starsene lì a cavillare sul significato delle parole. Sembra che essi non raggiungano mai nessuna conclusione importante e che il loro contributo sia pressoché nullo. I filosofi moderni stanno ancora discutendo degli stessi problemi che avevano interessato gli antichi greci. Sembra perciò che la filosofia non sia in grado di cambiare nulla e che lasci tutto così com’è.
Quali sono dunque le ragioni che inducono a studiare la filosofia? Un importante motivo per studiare la filosofia è che tratta di questioni fondamentali che riguardano il significato della nostra vita. Molti di noi in qualche momento della propria esistenza si sono posti delle domande filosofiche. Perché siamo qui? Esiste una prova dell’esistenza di Dio? Le nostre vite hanno uno scopo? Che cos’è che rende qualcosa giusto o sbagliato? Potremmo in qualche caso essere giustificati al di là delle leggi? La nostra vita potrebbe essere solo un sogno? La mente è distinta dal corpo, o siamo esseri puramente fisici? Come progredisce la scienza? Che cos’è l’arte? E così via.
La maggior parte di coloro che studiano filosofia pensa che sia importante che ciascuno di noi esamini tali questioni. Alcuni sostengono anche che una vita che non sia passata attraverso un simile esame non sia degna di essere vissuta.
Un’altra ragione sta nel fatto che la filosofia è utile in un’ampia varietà di situazioni e sfere essenziali. Molte persone che studiano filosofia applicano le loro abilità filosofiche in campi molto diversi come la giurisprudenza, la programmazione di computer, la consulenza aziendale, l’amministrazione pubblica, il giornalismo – tutti lavori in cui la chiarezza di pensiero costituisce un grande vantaggio -. I filosofi usano inoltre le conoscenze che possiedono sulla natura dell’esistenza umana quando si dedicano alle arti; parecchi filosofi hanno avuto infatti successo anche come romanzieri, critici, poeti, registi e drammaturghi.
Un’ulteriore motivazione per lo studio della filosofia è che per molti si tratta di un’attività piacevole anche se è spesso descritta come una disciplina difficile.
Molti filosofi però sono pessimi comunicatori delle proprie idee. Talvolta ciò dipende dal fatto che sono interessati a raggiungere solo un uditorio molto ristretto di lettori specializzati (i termini specialistici possono essere utili per evitare di dover spiegare concetti particolari ogni volta che sono usati). Alcuni usano un gergo inutilmente complicato che confonde coloro che non vi sono abituati, altri usano espressioni latine anche quando sono disponibili formule italiane equivalenti perfettamente adeguate. Questo fa sì che la filosofia sembri una materia molto più difficile di quanto non sia realmente. Ma, sebbene lo studio della filosofia possa illuminare questioni fondamentali riguardo alla nostra vita, essa non fornisce niente che possa dare un’interpretazione completa della vita, ammesso che una cosa del genere possa esistere. Questa materia non è un’alternativa allo studio dell’arte, della letteratura, della storia, della psicologia, dell’antropologia, della sociologia, della politica e della scienza. Queste diverse discipline si concentrano su aspetti differenti della vita umana e forniscono conoscenze di tipo diverso.
Ci sono aspetti della vita che sfuggono all’analisi filosofica e forse ad ogni altro tipo di analisi. Pensavo che la filosofia mi rivelasse il significato della vita e mi spiegasse ogni aspetto delle nostre complesse esistenze, ma così non è.
Ogni filosofo dà un’interpretazione sua. È importante perciò non aspettarsi troppo dalla filosofia.


VIA ALEARDI – Parallela fra Via Cappuccina e Corso del Popolo.

Aleardo Aleardi – Poeta (Verona 1812-1878), Prese parte, nel 1848, alla difesa della Repubblica Veneta e fu due volte imprigionato dal governo Austriaco, a Mantova nel 1852 e a Josephstadt (Boemia) nel 1859. Insegnò a Firenze estetica e storia dell’arte; fu deputato e senatore. Giunto al successo con le Lettere a Maria (1846), vide crescere rapidamente la sua popolarità, che raggiunse l’apice con la pubblicazione dei Canti (1864); altrettanto rapido fu il suo declino, determinato dalla reazione di fine Ottocento al tipo di romanticismo cui s’ispira la poesia dell’Aleardi, come quella del Prati; la critica odierna, pur mostrandosi più benevola, non si è mai spinta fino a una rivalutazione totale. Nel mondo poetico aleardiano si avverte la lezione del Foscolo, sia sotto l’aspetto contenutistico (amore e patria sono per l’Aleardi motivi poetici fondamentali), sia nei riguardi dello stile; manca la tensione foscoliana, per cui il motivo patriottico è indebolito e alterato, mentre il tema amoroso scade sul piano d’uno sfocato sentimentalismo. Ma accanto al falso c’è un vero Aleardi: è il «poeta di bontà e malinconia» – come lo definì il Croce – che, nel Monte Circello (1856), canta l’accorata nostalgia dei mietitori abruzzesi nella desolazione delle paludi pontine; è il poeta della storia, che nelle Antiche città italiane marinare e commercianti (1856), rivela una così viva capacità di rievocazione storica da giustificare l’attributo di precursore della poesia carducciana, su toni che troviamo in Prima storia (1857), I tre fiumi (1857), Un’ora della mia giovinezza (1858), Sette soldati (1861), Canto politico (1862) e Fuochi dell’Appennino (1863). Al Carducci, come al Foscolo, si ricollega, in tono minore, l’Aleardi, per la cura dello stile e l’attenzione prestata alla struttura metrica e musicale.