Scienza
a cura di Graziella Naccari e Speranza Visentin
Diamo per scontato che tutti sanno cosa sia un premio Nobel, anche quest’anno ve ne presentiamo una carrellata di sei, fisica e chimica.

Emilio Gino Segrè
Emilio Gino Segrè Premio Nobel per la fisica nel 1959
Nato a Tivoli 1905, laureato in Fisica a Roma nel 1928, è stato uno dei membri dello storico gruppo di via Panisperna, collaborando alle ricerche sulla fisica del neutrone. Nel 1935 diventò professore di Fisica Sperimentale all’Università di Palermo. Nel 1938 l’emanazione delle leggi razziali lo colse mentre si trovava all’Università di Berkeley, dove rimase per il resto della sua vita. Durante la guerra partecipò, insieme a Fermi e a Bruno Rossi, al progetto Manhattan che portò alla realizzazione della prima bomba nucleare. Nel dopoguerra le sue ricerche riguardarono problemi di fisica nucleare e di fisica delle particelle elementari. Nel 1955, con Owen Chamberlain, scoprì l’antiprotone nell’interazione protone-nucleone ad alta energia. Per questa scoperta gli venne conferito il Premio Nobel per la Fisica. Morto a Lafayette in California nel 1989.

Guglielmo Marconi
Guglielmo Marconi Premio Nobel per la fisica nel 1909.
Nato nel 1874, trascorse la sua infanzia a Pontecchio, una città vicino a Bologna. Sviluppò le sue prime curiosità scientifiche e maturò la sua grande scoperta, l’invenzione della radio. Fu proprio qui che lo scienziato lanciò da una finestra, tramite l’invenzione di un’antenna trasmittente,
il primo segnale di telegrafia senza fili, attraverso quella che divenne poi la collina della radio; era l’anno 1895.
Marconi dedicò tutta la vita allo sviluppo e perfezionamento delle radiocomunicazioni. Nel 1901 venivano trasmessi i primi segnali telegrafici senza fili tra Poldhu (Cornovaglia) e l’isola di Terranova (America settentrionale). La stazione trasmittente della potenza di 25 kW posta a Poldhu Cove in Cornovaglia, disponeva come antenna di un insieme di fili sospesi a ventaglio fra due alberi a 45 m. d’altezza, mentre la stazione ricevente, posta a St. Johns di Terranova, era composta solo da un aquilone che portava un’antenna di 120 m. Per mezzo di una cuffia e di un coherer furono ricevuti i primi SOS attraverso l’Atlantico il 12 dicembre. Marconi non ancora trentenne divenne famoso. Queste sono state le prime trasmissioni transatlantiche. Pochi anni dopo i 706 superstiti del famoso disastro del Titanic devono la salvezza alla radio e anche per questo l’Inghilterra insignisce Marconi del titolo di sir, mentre l’Italia lo fa senatore e marchese. Nel 1914, sempre più ossessionato dal desiderio di allargare le potenzialità degli strumenti partoriti dal suo genio, perfezionò i primi apparecchi radiotelefonici. Nel 1930, ha anche cominciato a studiare le microonde, preludio alla scoperta del radar. Morì a Roma il 20 luglio del 1937, dopo essere stato nominato dottore honoris causa delle università di Bologna, di Oxford, di Cambridge, e di altre università italiane (senza dimenticare che nell’università di Roma è stato professore di radiocomunicazioni.

Giulio Natta

Giulio Natta Premio Nobel per la chimica nel 1963
Nato a Porto Maurizio il 26 Febbraio 1903, visse in una famiglia di giudici e avvocati. Dopo brillantissimi studi medi conclusi a 16 anni presso il liceo Colombo di Genova, stupì genitori e parenti iscrivendosi al biennio di ingegneria del capoluogo ligure, per poi studiare ingegneria chimica al Politecnico di Milano. Il diciottenne Natta arrivò a Milano nel 1921, ed entrò presto come allievo interno nel laboratorio di Giorgio Renato Levi. Al Politecnico era appena giunta un’apparecchiatura tedesca (in conto riparazioni belliche!) adatta per lo studio dei cristalli con i raggi X, e il giovane Natta si impegnò con estrema energia in questa nuova area di ricerca. Appena dopo la laurea Natta ha il suo primo incarico nel 1925, e diventa libero docente nel 1927, a ventiquattro anni.
Nel 1932, alla vigilia della cattedra, il nostro chimico fruisce di una borsa di studio e va a Friburgo nel laboratorio del fisico Seemann per imparare le tecniche di diffrazione elettronica. A Friburgo lavorava anche Staudinger, e Natta ebbe qui un incontro precoce con gli alti polimeri. In cattedra dal 1933, dopo essere stato in diverse sedi, nel 1939 Natta ritornò al Politecnico di Milano, sulla cattedra di Chimica industriale che era stata di Mario Giacomo Levi, un esperto di combustibili, cacciato in seguito alle leggi razziali fasciste del 1938. Morto a Bergamo 2 Maggio 1979.

Riccardo Giacconi
Riccardo Giacconi Premio Nobel per la fisica, astronomia a raggi x nel 2002
Nato a Genova il 6 ottobre del 1931. Ricercatore pionieristico, direttore di importanti istituti astronomici nel mondo e scienziato laureato Nobel, protagonista della storia dell’astronomia.
Riccardo Giacconi ha preso il dottorato in fisica dei raggi cosmici all’università di Milano. Nel 1959 è entrato nell’ASE (American Science and Engineering), una compagnia privata di Cambridge (Massachusetts) con, a quell’epoca, ventotto impiegati. Dieci anni dopo, l’ASE aveva un personale di 500 unità e portava avanti ricerche spaziali commissionate e finanziate dal Dipartimento della Difesa USA e dalla Nasa. Con i suoi collaboratori sviluppò i primi telescopi per raggi X ad incidenza radente e riuscì a lanciarli a bordo di razzi.
Nel 1962 scoprì Sco X-1, la prima sorgente extraterrestre nota di raggi X. Solo un anno dopo lo scienziato iniziò a progettare un satellite interamente dedicato allo studio delle sorgenti astronomiche altamente energetiche. Il satellite sarà costruito fra il ’66 e il ’70 e andrà in orbita nel 1970 dalla base S.Marco in Kenia. Questo paese aveva appena ottenuto l’indipendenza e per questo il satellite prese il nome di Uhuru (Libertà in swahili, la prima lingua del Kenia).
La nomina del Premio Nobel per la Fisica nel 2002 è solo l’ultimo, e più autorevole, dei tanti riconoscimenti che hanno costellato la sua brillante carriera.


Carlo Rubbia
Carlo Rubbia Premio Nobel per la fisica nel 1984
Nato a Gorizia 1934, concluse gli studi presso l’Università di Pisa nel 1957. Si trasferì a New York, dove lavorò per circa un anno alla Columbia University. Proseguì le sue ricerche all’Università La Sapienza di Roma e nel 1960 divenne ricercatore al CERN di Ginevra, il Laboratorio europeo per la fisica delle particelle.
Dal 1971 al 1988 fu professore di fisica alla Harvard University, e dal 1990 al 1993 direttore generale del CERN. Nel 1994 ha assunto la direzione dell’International Center for Theoretical Physics di Trieste.
L’attività di ricerca di Rubbia ha coperto diversi campi della fisica, quali lo studio dei neutrini cosmici, l’analisi della stabilità del protone, il progetto di una fusione nucleare controllata, e il progetto di un reattore nucleare basato sull’utilizzo di torio come materiale radioattivo.
Per la scoperta dei bosoni W e Z0 Rubbia ha ricevuto il premio Nobel per la fisica, condividendolo con l’olandese Simon van der Meer, che, con l’invenzione di un metodo elettronico per ottenere fasci densi e concentrati di antiprotoni, rese possibile la realizzazione dell’esperimento proposto da Rubbia Carlo.


Enrico Fermi


Enrico Fermi Premio Nobel per la fisica nel 1938
Nato a Roma il 29 settembre 1901, è stato un fisico italiano molto noto per il suo lavoro sul decadimento dei raggi ß, per la realizzazione della prima pila atomica e per lo sviluppo della teoria dei quanti.
Enrico Fermi guidò la costruzione della prima pila atomica, che produsse la prima reazione nucleare a catena controllata. Fu, inoltre, uno dei maggiori leaders del Progetto Manhattan, che portò alla realizzazione della bomba atomica. Fermi fin da piccolissimo mostrò di possedere una memoria eccezionale, oltre ad una grande intelligenza, che gli permisero di primeggiare negli studi.
Fin dall’infanzia fu inseparabile da suo fratello maggiore Giulio, di un anno più grande. Nel 1915 Giulio morì nel corso di un’operazione chirurgica per rimuovere un ascesso della gola. Enrico, profondamente addolorato, si gettò nello studio della fisica come modo per lenire il suo dolore e completò il ginnasio con un anno di anticipo.
Nell’autunno del 1926, Fermi occupò la cattedra di fisica teorica, il primo corso a Roma creato per lui dal professor Orso Maria Corbino, direttore dell’istituto di fisica.
Assieme selezionarono il gruppo di lavoro, nel quale confluirono menti del calibro di Franco Rasetti, al quale si aggiunsero Emilio Segrè, Edoardo Amaldi, Bruno Pontecorvo, e infine Ettore Mayorana. I laboratori erano situati in via Panisperna, e il gruppo fu soprannominato i ragazzi di via Panisperna.
Il 29 novembre 1954 Fermi morì di cancro allo stomaco a Chicago, Illinois. Aveva 53 anni.
Dieci giorni prima di morire Fermi disse a Eugene Wigner spero che non duri molto.
Di lui scrisse Eugene Wigner: si è riconciliato perfettamente con il suo destino.