Stranieri a scuola
Voci dal mondo
di Gabriella Tacchia e Graziella Mazzoni

Continuano le interviste agli studenti stranieri che frequentano i corsi E.D.A.
I giovani studenti sono sempre numerosi e si prestano volentieri a raccontarci le loro vicissitudini, portando sempre esperienze particolarmente toccanti della loro vita vissuta.
Quest’anno ci raccontano la loro storia un giovanissimo afgano, una ragazzina cinese
e una giovane
signora moldava.



Gholam Hossien Hossieni

 

Gholam Hossien Hossieni è il primo ragazzo afghano che abbiamo intervistato, ha 17 anni e mezzo ed è in Italia da solo sette mesi. La sua città natale è Kabul ed è il luogo dove ha vissuto fino all’età di circa otto anni.
Questo ragazzo ha una storia particolare, poiché nel suo paese è in atto una guerra che dura da moltissimi anni e ciò si è ripercosso sulla sua famiglia in modo molto duro.
Ci racconta Gholam che un brutto giorno, tornando a casa da scuola, non ha più trovato i suoi familiari, perché erano stati portati via dai Talebani.
É stato accolto dai vicini di casa con i quali ha vissuto alcuni anni senza sapere più niente dei suoi che egli crede siano ancora vivi, nonostante la totale mancanza di notizie. La consapevolezza di essere un peso per la famiglia che l’ospitava, l’ha indotto a lasciare Kabul giovanissimo e andare in Pakistan con pochi amici, dove avrebbe trovato lavoro come operaio in una fabbrica di scarpe.
Successivamente si sono trasferiti in Iran per poi approdare in Turchia e precisamente a Istanbul, ma non sono riusciti ad inserirsi tanto che hanno ripreso il viaggio che ha portato lui a Venezia, mentre i suoi amici hanno preferito andare in Svezia.
Il giovane, per poter restare in Italia, ha dovuto chiedere asilo politico e l’ha ottenuto proprio perché il suo paese è in guerra. Vive in una comunità organizzata dalla Regione Veneto ed è stato indirizzato, prima a frequentare la scuola elementare Cesare Battisti, poi è passato alla nostra scuola per il diploma di terza media. Nel frattempo partecipa ai corsi della Regione dai quali uscirà con la qualifica di aiuto cuoco-pizzaiolo.
Adesso sta finendo uno stage in una pizzeria nei pressi di Noale dove spera di poter restare a lavorare, primo perché gli piace questo tipo di attività, secondo perché il proprietario l’ha preso a benvolere, infine perché al compimento dei diciotto anni dovrà essere autosufficiente e uscire dalla comunità senza più contare sull’aiuto della Regione.
Dell’Italia gli piace il cielo autunnale che è blu come in Afghanistan, la gente che lo ha accettato con molta umanità. Per contro trova che la legge attuale sugli immigrati sia troppo complicata e teme per il suo domani. Quando parla del suo Paese non esprime nessuna nostalgia; a noi è sembrato un po’ strano questo distacco emotivo per la sua terra natale, probabilmente tutto ciò è dovuto alle sue travagliate vicissitudini. Nonostante tutto pensa di tornare a Kabul ma solamente per cercare i suoi genitori.

Superficie: 652.396 Km²
Abitanti: 28.514.000 (stime) 2004Densità: 44 abitanti per Km²
Forma di governo: governo di transizione
Altre città
: Quandahar (abitanti) 200.000, Herat (abitanti) 150.000
Capitale: Kabul (abitanti) 1.500.000
Paesi confinanti
: Pakistan ad est e sud est - Iran ad ovest - Cina ad est - Turkmenistan - Tagikistan e Uzbekistan a nord
Monti principali: Noshaq 7486 m
Fiumi principali: Helmand 1.300 km - Amu Darya con Darya-ye Panj 1.250 km
Laghi principali
: Hamun e Saberi 500 Km² - Istada 150 Km²
Clima: Continentale-arido
Lingua: Pashto, Dari, Uzbeco, Turkmeno
Religione: Musulmana sunnita 84% - Musulmana sciita 15%
Moneta: Afghani
Gruppi etnici
: Pathani 38% - Tagichi 25% - Hazari 19% - Uzbechi 6%



Polpette afghane


Ingredienti
: Mezzo kg. di carne di manzo macinata, 1 cipolla sminuzzata, 1 peperoncino verde sminuzzato, 1 spicchio d’aglio sminuzzato, 1/2 cucchiaio di semi di coriandolo sminuzzato, sale e pepe a piacere.

Preparazione: Impastate insieme il manzo, la cipolla, il peperoncino, l’aglio, il sale e il pepe. Lasciate a riposare per 30 minuti cosicchè i sapori si amalgamino bene. Formate 16 palline dall’impasto ottenuto. Infilzatene 4 per spiedino alternandole con 1/4 di cipolla, peperone verde e pomodoro ciliegina. Grigliate per circa 5 minuti gli spiedini fino a che prendano colore, girateli e grigliateli sull’altro lato. Servite con riso integrale speziato e un grosso pezzo di pane afghano.



A proposito di Afghanistan……


Vorrei descrivere come si divertivano i ragazzi di Kabul durante l’inverno. Le scuole chidevano a causa della neve ed il ghiaccio, allora in tutti i quartieri della città i bambini si preparavano per tempo a darsi battaglia con gli aquiloni costruiti con le proprie mani, per i benestanti c’erano dei negozietti in cui potevi scegliere il meglio.
Per la costruzione occorrevano delle canne di bambù che i ragazzini assottigliavano con un coltellino per renderli più leggeri, della carta velina molto colorata e del filo molto resistente. Quando avevano finito di costruire l’aquilone passavano a preparare la corda in questa maniera; rompevano delle bottiglie di vetro molto finemente e la mescolavano con la colla e in questa mistura vi immegevano lo spago e dopo averlo ben intriso lo mettevano ad asciugare tra due alberi. Quando era asciutto lo avvolgevano nel rocchetto ed il capo veniva legato all’aquilone e così erano pronti per la battaglia. Il torneo invernale dei cacciatori di aquiloni era un’antica tradizione afghana. Iniziava il mattino presto e finiva solo quando nel cielo restava un solo aquilone vincitore. La gente partecipava in massa facendo il tifo affollando i marciapiedi, le terrazze ed i tetti mentre i ragazzini sciamavano per le strade pieni di entusiasmo e voglia di vincere. Erano sempre in coppia e spesso si scambiavano i ruoli, sempre per la buona riuscita dell’impresa. Nel gioco non c’erano regole precise, lanciavano l’aquilone e poi cercavano di tagliare il filo dei concorrenti avversari stando molto attenti che non venisse tagliato il loro.Il vero gioco però iniziava quando gli aquiloni senza più legami planavano dal cielo su campi, tetti, alberi e se c’era vento venivano sospinti molto lontano ed era allora che i cacciatori iniziavano a sciamare in ogni direzione per potersi accaparrare un aquilone, ed i ragazzi che ci riuscivano ne diventavano proprietari legittimi. In assoluto però quello più ambito era l’ultimo tagliato; quando nel cielo ne restavano solo due, ogni cacciatore si preparava con i muscoli tesi e la testa rivolta verso l’alto pronto a scattare appena il filo veniva reciso dalla corda tagliente. La bravura consisteva nel capire in anticipo dove sarebbe caduto e il primo che, dopo aver corso per vicoli e campi lo prendeva, era quasi un eroe e lo appendeva in soggiorno proprio come un trofeo di caccia. Quando con il disgelo i ragazzi tornavano a scuola, sugli scalini, prima di entrare nelle varie classi, si mostravano l’un l’altro con orgoglio le ferite ormai rimarginate sulle mani. Con l’avvento dei Talebani ai ragazzi di Kabul, cacciare gli aquiloni non è più permesso, quel gioco meraviglioso è stato dichiarato fuori legge per i troppi colori e forse per la troppa gioia che traspariva dagli occhi dei bambini. Dall’ora quegli occhi sono spenti.

Tratto liberamente da “Il cacciatore di aquiloni” di Khaled Hosseini



Rong Rong Huang

Si chiama Rong Rong Huang la sedicenne simpaticissima ragazza cinese alla quale abbiamo rivolto le domande usuali inerenti la sua vita, a quelle del suo paese e del perché è arrivata qui a Mestre e precisamente nella nostra scuola.
Nel suo incerto italiano ci ha spiegato orgogliosamente che il suo nome corrisponde al nome di un albero, come quelli che crescono rigogliosi nei viali della sua città e il suo cognome significa giallo, come il colore.
La sua città natale è Fuzho, nella regione di Fujian a sud -est della Cina, è sul mare ed ha i monti alle spalle che la proteggono. Rong Rong dice che nelle giornate limpide si possono vedere le coste di Taiwan.
La prima ad arrivare in Italia circa sei anni fa è stata la mamma, era al seguito del fratello che già lavorava con successo a Rimini come ambulante, anche lei ora si è messa in proprio e gestisce una bancarella nei vari mercati del Veneto.
Lo scorso anno, precisamente il 28 luglio 2006, è arrivata Rong Rong col padre e così la famigliola si è riunita, visto che è figlia unica, infatti ci ha spiegato che in Cina vige una legge che impone agli sposi un unico figlio. Il padre ha trovato subito lavoro a Marghera in un cantiere navale mentre Rong Rong frequenta l’istituto professionale Mozzoni alla mattina ed al pomeriggio è qui da noi per conseguire il diploma di terza media che gli servirà per proseguire gli studi futuri.
A proposito di scuole le abbiamo chiesto chiarimenti circa la conformazione delle classi e il metodo di insegnamento che c’è nel suo paese. Con la sua contagiosa vivacità ci ha spiegato che le classi sono numerose (quaranta alunni), le lezioni durano quarantacinque minuti e dieci di pausa. Chi abita vicino alla scuola torna a casa per pranzo e riprende il pomeriggio, mentre per gli altri c’è il convitto. Coloro che hanno bisogno di recuperare su alcune materie rimangono fino alla sera tardi dato che ogni mese gli scolari sostengono gli esami generali.
Ci è sembrato che non avesse nostalgia della sua terra quanta ne ha dimostrata nel ricordare i suoi nonni e in particolare la bisnonna, centenaria, senza denti e molto lenta nei movimenti. Non parliamo poi della sua carissima amica Chen che nel ricordarla si è commossa. In Italia sta benone, ha molto più tempo libero che in Cina, ha compagne di scuola simpatiche, ma nessuna amica, perché secondo lei la vera amicizia è rara. Da grande vorrebbe fare la grafica pubblicitaria. Frequenta la palestra dove pratica il Kickboxing, mangia volentieri la pizza e gli spaghetti e comincia a preoccuparsi per la sua linea.
Ci ha salutate con un grande sorriso e ha disegnato alla lavagna una bella faccetta sorridente come è lei.


Superficie
: 9.575.388 Km²
Abitanti: 1.273.111.000 (stime 2001)
Forma di governo: Repubblica popolare
Capitale: Pechino (6.800.000 ab. 11.300.000 aggl. urbano)
Altre città: Shanghai 7.300.000 ab. (13.585.000 aggl. urb.) - Tientsin 9.315.000 ab. - Chongqing 7.000.000 ab. - Wuhan 6.200.000 ab. - Canton 5.000.000 ab. - Dalian (Lüda) 5.000.000 ab. - Mukden 4.500.000 ab.
Gruppi etnici: Cinesi Han 93% - Mongoli - Coreani - Manciù - Zhuang - Hui - Uighuri - Yi - Miao - Tibetani e altri - 7%
Paesi confinanti: Mongolia e Russia a NORD - Kazakistan e Kirghizistan a NORD-OVEST - Tagikistan e Afghanistan a OVEST - Pakistan e India a SUD-OVEST - Nepal, Bhutan, Myanmar, Laos e Vietnam a SUD - Corea del Nord ad EST
Monti principali: Everest 8850 m - K2 8616 m - Lhotse 8516 m - Makalu 8463 m - Cho Oyu 8201 m - Gasherbrum II 8035 m
Fiumi principali: Chang Jiang (Fiume Azzurro) 5800 Km - Huang He (Fiume Giallo) 4845 Km - Xi Jiang 2129 Km
Laghi principali: Qinghai Hu 4000 Km² - Dongting Hu 3100 Km² - Lop Nur 2500 Km² - Hulun Nur 2400 Km² - Tai Hu 2240 Km² - Poyang Hu 1800 Km²
Isole principali: Hainan 33.670 Km²
Clima: Molto vario (Himalayano, Polare, Continentale, Temperato, Tropicale)
Lingua: Mandarino (ufficiale), Yue, Wu, Hakka, Xiang, Gan, Min, Zhuang, Hui, Yi e altre
Religione: Buddhismo, Confucianesimo, Taoismo
Moneta: Yuan cinese

Pesce melanzana
1) Tagliare le melanzane in lunghe fette e friggerle in olio caldo, quando diventano di un bel colore giallo dorato le togliamo e le mettiamo da parte.
2) In una teglia soffriggere due spicchi d'aglio in poco olio, unire le melanzane, salsa di peperoni rossi, un poco di sale e zucchero. Lasciare insaporire il tutto e quando si sente il profumo è pronto.



Ludmilla Buzuleac


Chisinau.
Campanile della Cattedrale.

L’ultima studentessa intervistata è una giovane e simpatica signora moldava di 32 anni, si chiama Ludmilla Buzuleac e, per essere solo da tre anni in Italia, il suo italiano è pressoché perfetto. Partita per l’Italia dalla Moldavia in un pullman turistico è arrivata a Roma. Qui si è fermata per un certo periodo a casa di amici che l’hanno ospitata, però ha constatato che Roma era troppo caotica per un tipo tranquillo come lei, così ha pensato bene di cambiare città e la scelta è caduta su Mestre dove si è sentita più a suo agio e dove ha trovato anche l’amore. Nella sua città natale ha lasciato amici, parenti vari e i genitori mentre il suo unico fratello è espatriato prima di lei e lavora in Spagna.
Va spesso a trovare i suoi, loro però non riescono ad avere il visto per venire a far visita alla figlia neanche per pochi giorni. Le difficoltà sono cominciate con l’ingresso della Romania nella Comunità Europea, mentre la Moldavia non ne fa parte, quindi per passare il confine non è come passare la frontiera di una Nazione, ma è entrare in Europa.
Per sapere qualcosa in più del suo paese e delle sue abitudini, lasciamo che sia lei stessa a spiegarcelo.

La nazione in cui sono nata, la Moldavia, è una piccola repubblica situata tra la Romania e l‘Ucraina. La mia città natale è Chisinau che ho lasciato per vari motivi, ma soprattutto per dare una svolta alla mia vita. Ho sentito una particolare simpatia per l’Italia fin da sempre; guardavo i vostri programmi della televisione e imparavo anche il significato di alcune parole e quando mi si è presentata l’occasione ho deciso di venire a visitare l’Italia. Con i miei genitori ho avuto sempre un rapporto di estremo rispetto teso all’autosufficienza e questo mi è stato di grande aiuto. La mia vita da bambina è stata come quella di altre mie coetanee, tra casa e scuola in modo tranquillo. A scuola forse sono stata fortunata ad essere assegnata ad una sezione in cui insegnavano la lingua inglese che mi avrebbe facilitato l’inserimento nei miei lavori futuri.
Fino agli otto anni ho studiato la lingua moldava che a quel tempo veniva scritta con caratteri cirillici, in seguito ho imparato anche il russo visto che c’è tanta gente russa in Moldavia. Questa conoscenza delle lingue potrebbe permettermi di intraprendere un lavoro di traduttrice.
Le abitudini del mio popolo sono più spartane rispetto alle vostre, i giovani sono abituati ad autogestirsi. Anche in famiglia ognuno aiuta come può, solamente alla sera è consuetudine riunirsi presto per la cena e scambiarsi le notizie accadute durante la giornata.
Sono una persona a cui piace lo studio e la lettura. In questa scuola mi trovo bene perchè ho trovato un ambiente tranquillo. Quello che mi manca della Moldavia, a parte i genitori e i vecchi amici, sono: la neve e il pane nero.

Ludmilla con le sue semplici parole ci ha descritto quello che è stata la sua vita nel suo paese e a noi ha confidato poi che la gente italiana è amata tantissimo per la sua umanità e spera di sentire, in un futuro, che il suo popolo sia altrettanto amato da noi italiani quanto noi lo siamo dai moldavi.


Repubblica di Moldavia

Republica Moldoveneasca

Superficie
: 33.843 Km²
Abitanti
: 4.218.000 (stime 2004)
Densità
: 125 ab/Km²
Forma di governo
: Repubblica parlamentare
Capitale
: Chisinau 780.000 ab. - Altre città: Tiraspol 185.000 ab. - Balti 149.000 ab.
Gruppi etnici: Moldavi 64,5% - Ucraini 14% - Russi 13% - Gagauzi 3,5% - Bulgari 2% - Altri 3%
Paesi confinanti: Romania ad OVEST, Ucraina a SUD, EST e NORD
Monti principali: Dealul Balanesti 429 m
Fiumi principali: Prut (tratto moldavo, totale 926 km) 629 km - Dnestr (tratto moldavo, totale 1370 Km) 630 km
Laghi principali: Beleu 6,25 Km²
Isole principali: -
Clima: Temperato
Lingua: Moldavo (ufficiale), Ucraino, Russo, Gagauzo
Religione: Atei 46,5% - Ortodossi 44,5% - Musulmani 5,5% - altro 3,5%
Moneta
: Leu moldavo


Zuppa di pollo con tagliolini.

Dosi per 4 persone.

Ingredienti: 500 gr. di carne di pollo, una carota, una cipolla, 2-3 patate, 200 gr. di tagliolini (freschi), prezzemolo, sale e pepe quanto basta.

Preparazione: In una pentola piena d’acqua portare ad ebollizione la carne di pollo, per un’ora circa.
Aggiungere poi la cipolla, la carota e le patate, il tutto tagliato a piccoli dadi.
A fine cottura, circa 15-20 minuti, aggiungere i tagliolini, il prezzemolo, il sale e il pepe.
Preparate i piatti con una fettina di limone (in alternativa aggiungere dello yogurt greco).