Ricordo
Con questa frase Hugo Pratt...
di Stelio Fenzo

Hugo Pratt, a molte persone questo nome può risultare sconosciuto e questo non è giusto poiché appartiene ad uno dei più grandi autori di letteratura disegnata.

Hugo Pratt, autoritratto.

Anna

Hugo Pratt in Svizzera nel 1993


 

“Sono andato in Africa a dieci anni. Doveva essere la metà del 1937 perché ricordo che andavo ancora a scuola, al ginnasio “Marco Foscarini”; avevo una professoressa cattivissima, la Cavezzana; ero contento di partire perché anche il professore di matematica era cattivissimo.”

Con questa frase Hugo Pratt inizia il suo libro autobiografico intitolato “ASPETTANDO CORTO”.

Hugo Pratt chi era costui? Si chiederebbe il manzoniano dottor Azzeccagarbugli, ma non solo lui.
A molte persone questo nome può risultare sconosciuto e questo non è giusto poiché appartiene ad uno dei più grandi autori di letteratura disegnata, espressione con cui Pratt definiva quelle creazioni che la lingua italiana impropriamente chiama: fumetti. Vocabolo che spesso viene usato per definire in senso dispregiativo un lavoro attinente alla letteratura o all’altra arte sua gemella e cioè al cinema.
Ed è di questo grande autore che desidero scrivere cercando di illustrarne l’avventurosa vita e la sua opera nella speranza che le mie parole suscitino l’interesse di qualche lettore che non lo conosce e lo spinga a sfogliare uno degli innumerevoli lavori di Pratt.
Chi avrà il piacere di seguire questo consiglio credo troverà utile venire a conoscenza delle vicende che hanno caratterizzato la sua avventura. Perché la vita di Pratt è stata tutta un’avventura. L’avventura di un giramondo, zingaro, globe-trotter, viaggiatore curioso come un gatto (l’animale che più amava).

Amava? Perché ho scritto amava?
Hugo nel 1995, a 68 anni, è partito per l’ultimo suo viaggio.
Ebbi il piacere di conoscerlo, di imparare da lui un po’ della sua arte, di collaborare terminando più di una volta storie di suoi personaggi che per la sua smania di viaggiare ne affidava a me la continuazione.

Un po’ di biografia
Hugo Pratt nacque a Venezia nel 1927.
Lo strano cognome Pratt deriva dal fatto che il nonno paterno Giuseppe Pratt era un francese di lontana origine inglese e aveva insegnato all’istituto “Ravà” di Venezia.
La madre Evelina Genero veniva da una famiglia ebrea di origine sefardita ed era amante della cartomanzia.
Durante la prima giovinezza abitò in calle della Testa, vicino all’ospedale di S.Giovanni Paolo fino a quando, nel 1937, seguì, con la madre, il padre, Rolando, sottufficiale dell’esercito fascista, in Africa Orientale.
E qui comincia la grande avventura di Hugo che vive le vicende della seconda guerra mondiale. La Somalia cade in mano degli inglesi ed Hugo, assieme alla madre viene messo in campo di concentramento. Il padre finisce in un campo per uomini dove poco dopo morirà a causa dell’ameba. Hugo al contatto con le sentinelle inglesi viene a conoscenza delle pubblicazioni di fumetti d’oltreoceano, sconosciuti in Italia perché con l’autarchia il regime fascista aveva imposto allora (eccetto “Topolino”) soltanto disegnatori italiani.
Inoltre ovviamente imparò per forza di cose la lingua inglese e precedentemente, al contatto con la popolazione indigena, aveva appreso la lingua swahili. Tornò in Italia e precisamente a Venezia, assieme alla madre, grazie ad uno scambio di prigionieri civili che, per la mediazione della Croce Rossa, di tanto in tanto avvenivano tra le nazioni in guerra.
Siamo nell’anno 1943 e l’Italia è divisa in due.

Al nord la Repubblica Sociale
Hugo vive in maniera movimentata questo periodo fino al termine della guerra il 25 aprile del 1945. Nell’inverno di quell’anno, assieme ad altri amici, prende parte alla ideazione di un giornale a fumetti che aveva per titolo: ASSO DI PICCHE.
L’apparizione di questo periodico suscitò nei giovani di allora un interesse particolare per il segno del disegno ed anche per i contenuti delle storie. Rifacendosi ai fumetti americani, che Hugo aveva portato dalla prigionia, il giornale apriva nuovi fantastici panorami di lettura.
Le storie erano create da uno dei giovani amici del gruppo, Alberto Ongaro che poi continuò la sua carriera diventando giornalista per parecchi periodici nazionali mentre contemporaneamente scriveva stupendi libri e tuttora ne scrive.
Nell’anno 1951 un grande editore argentino, Enrico Civita, conquistato dal giornale veneziano propose al gruppo di trasferirsi in Argentina. Il trasferimento avvenne alla fine di quell’anno e per Hugo cominciò la sua grande avventura sudamericana.
Con le sceneggiature di un valente scrittore argentino, Hector Oesterheld creò personaggi indimenticabili come il “SERGENTE KIRK”, “ERNIE PIKE”, “TICONDEROGA” quindi su testi propri: “ANNA NELLA GIUNGLA” prendendo come modella una ragazzina, Anne Frognier, che poi divenne sua moglie e con lei ebbe due figli: Silvina e Jona.
Numerosi altri personaggi su testi di Alberto Ongaro vennero illustrati dal suo pennello durante gli anni argentini poi però negli anni sessanta ci fu una crisi editoriale in quel Paese ed il gruppo ritornò in Italia.
Prima di sposare Anne, Hugo si era già sposato una volta e da questo matrimonio erano nati due figli, Marina e Lucas, purtroppo scomparso da un anno.
Ritornato in Italia e precisamente al Lido di Venezia affittò un appartamento-studio a Malamocco.
Ecco la spiegazione del soprannome con cui Umberto Eco, suo grande estimatore, volle battezzarlo come “IL MAESTRO DI MALAMOCCO”. Risaputa è la frase che il grande semiologo scrisse su Hugo che suona pressappoco così: “se voglio divertirmi leggo Hegel, se voglio impegnarmi leggo Corto Maltese”.

CORTO MALTESE
Ed eccoci arrivati a CORTO MALTESE la creatura di Pratt che lo ha reso celebre in tutto il mondo.
Ma prima di parlare di questo personaggio dobbiamo dire che dal 1960 anno del ritorno in Italia di Pratt all’anno 1967 in cui apparve, Hugo collaborò ad altri giornali europei ed in Italia con il “Corriere dei Piccoli” settimanale che è ancora un dolce ricordo per molti di noi.
Però nel 1967 successe un fatto che cambiò notevolmente la vita di Pratt.

Le coincidenze della vita
Un imprenditore genovese, Florenzo Ivaldi, a quei tempi mi conosceva grazie a delle pubblicazioni dove apparivano delle storie di personaggi di Pratt e continuate da me, pubblicate in vari paesi europei e mi veniva a trovare di tanto in tanto al Lido portandomi, gentilmente raccolte e rilegate, tali collezioni. Poiché l’Ivaldi, che da sempre amava il disegno di Pratt, ravvisava nei miei disegni qualcosa che gli richiamava alla mente il segno del suo autore prediletto.
In quelle occasioni si andava, assieme a mia moglie sceneggiatrice sovente di tali storie, in un locale molto caratteristico del Lido di allora. Ed è esattamente nella trattoria “DA CICCIO” che avvenne, mio tramite, l’incontro tra Hugo e questo Ivaldi, suo appassionato fan.
Fu un colloquio memorabile tra un ricco impresario che voleva diventare editore e Hugo. Pratt mise onestamente a più riprese in guardia l’Ivaldi sui rischi dell’impresa in quanto improvvisarsi editore non era cosa facile.
Ivaldi lo invitò a Genova e pochi mesi dopo nelle edicole apparve un nuovo mensile: “sgt. KIRK”.
Nel primo numero apparve una storia intitolata “Una ballata del mare salato” e tra i vari personaggi si mise in luce immediatamente un marinaio chiamato “Corto Maltese”. Più tardi Pratt rivelò l’origine di questo nome: Corto perché in spagnolo corto significa svelto di mano e Maltese perché nato a Malta.
Con lo svilupparsi della storia il personaggio diventò il filo conduttore delle varie avventure che si susseguirono in questa saga fantastica e Corto Maltese, trasportato dalla fantasia del suo autore in quasi tutte le regioni del mondo e gli eventi storici del primo novecento, diventò un giramondo come un alter ego di Pratt stesso.
Fra i vari titoli di queste fantastiche avventure merita leggere la storia ambientata a Venezia dal titolo: “FAVOLA DI VENEZIA – Sirat al Bunduqyyah” dove Pratt racconta una storia nella quale appaiono massoni, Gabriele D’Annunzio ed altri strani personaggi, ma soprattutto dove sentiamo tutto l’amore che il disegnatore provava per questa sua splendida città che lui spesso lasciava anche, forse, per crearsi il desiderio di ritornarvi.
Ma come spesso succede qui in Italia Hugo fu sempre considerato dall’intellighenzia letteraria come un fumettaro termine che lui stesso ironicamente appioppava a sé stesso.
“Nemo profeta in patria” ed infatti in Francia il presidente della repubblica Francois Mitterand lo insignì della Legion d’Honneur e si narra che visitando in ospedale un campione del volante ferito, gli portò tutta la raccolta di Corto Maltese, personaggio ormai diventato francese.

LOSANNA- SVIZZERA
Negli anni ottanta si trasferì in Svizzera a Losanna nei pressi del lago di Ginevra in una grande villa dove finalmente poté collocare tutti libri che durante gli anni aveva acquistato e letto. Si trattò di una raccolta di circa 33.000 volumi disposti in cinque grandi stanze: una per continente.

I VIAGGI DI PRATT
Hugo amava viaggiare. A volte per andare a verificare i luoghi che aveva disegnato utilizzando la sua enorme documentazione e la sua fantasia e durante questi viaggi continuava ad acquistare libri e a fornirsi di documenti per arricchire le conoscenze da trasferire appunto in nuove storie.
Durante la sua vita aveva abitato dapprima a Venezia, poi ci fu il periodo in Africa poi di nuovo a Venezia fino a quando andò in Argentina e da lì di tanto in tanto si trasferiva per periodi nella Terra del Fuoco ed in Brasile vivendo con gli indios Xavantes. Al suo rientro in Italia visse al Lido di Venezia. Prese casa a Parigi, poi a Londra e per un non breve periodo in Scozia per approfondire le sue conoscenze sulle leggende celtiche. Visitò quasi tutte le isole dell’Oceano Pacifico.
Della casa di Malamocco ormai siamo a conoscenza e da qui seguì Ginevra dove questo cittadino del mondo probabilmente decise di interrompere il suo girovagare e raggiunta una condizione economica molto soddisfacente dovuta ai diritti d’autore delle sue opere tradotte e pubblicate in ogni parte del mondo.
Per inciso riuscì perfino ad essere pubblicato negli Stati Uniti dove nessun disegnatore che non fosse americano fino a quegli anni era riuscito, avendo la meglio sul KINGFEATURES SYNDACATE, potente sindacato-lobby statunitense.
Il sindaco della città di Ticonderoga, nello stato di New York, consegnò le chiavi della città in seguito alla pubblicazione di una sua storia narrata nella storia di WHEELING.
A Ginevra, continuò a produrre i suoi fumetti fino all’anno1995.

L’ULTIMO VIAGGIO
Ricordo che nei primi mesi di quell’anno, dovendo assistere una studentessa di Ca’ Foscari che aveva scelto come tesi di laurea, per la prima volta in Italia, l’opera di Pratt nel suo sviluppo stilistico, gli telefonai. Però la sua segretaria mi rispose che Hugo era fuori sede. “Sarà ancora in giro per il mondo” pensai. Lo vidi poi in aprile in un servizio televisivo, su un programma nazionale, che lo stavano intervistando non ricordo riguardo cosa. L’aspetto suo era completamente cambiato, celava qualcosa di preoccupante.
Provai a telefonargli ancora, ma mi fu sempre negato potergli parlare con le scuse le più varie. Il 15 agosto dai giornali e dalla televisione appresi che aveva iniziato il suo ultimo viaggio.
Hugo con i frequenti allontanamenti da Venezia mi aveva un po’ abituato alle sue assenze, ecco il motivo per cui penso e spero un giorno, chissà dove, di incontrarlo ancora e stare assieme e ascoltare le sue incredibili storie.

LA MOSTRA DI SIENA NEL 2005
Nell’anno 2005 dal 24 marzo al 25 agosto, a Siena con il titolo “PERIPLO IMMAGINARIO” patrocinata dal Comune di Siena e dalla fondazione MONTE DEI PASCHI, nel Palazzo Squarcialupi in Santa Maria della Scala fu allestita una Mostra dei lavori di Hugo Pratt. Per la prima volta in quella sede che annualmente ospita mostre dedicate a grandi pittori ne fu allestita una ad un “fumettaro”.
L’anno precedente si era onorato Duccio da Boninsegna che aveva raggiunto un alto numero di visitatori. La mostra di Hugo dopo 15 giorni aveva superato tale numero inducendo gli organizzatori a prolungare la data di chiusura di due mesi.
Sul supplemento domenicale del quotidiano “La Repubblica” il 7 agosto apparve un lungo articolo di Umberto Eco dedicato al suo autore preferito.

VENEZIA E PRATT
Nell’anno 1995 a Ca’ Pesaro con la presenza del Sindaco Cacciari fu allestita una bella mostra in onore di Pratt che destò enorme interesse presso i veneziani che accorsero numerosi. Poi più nulla.
Anni addietro m’interessai con l’allora prosindaco Bettin per ottenere che una piccola piazzetta, senza nome, a Mestre fosse dedicata al mio amico scomparso. Sembrava che il progetto avesse un esito positivo, ma quando Bettin decadde la cosa ebbe termine lì.
A Venezia neppure una targa-ricordo lì in Calle della Testa, vicino all’ospedale Civile.
Peccato!

Hugo Pratt in piazza S.Marco Con il padre Rolando In Argentina