Didattica
Una singolare esperienza formativa per docenti e genitori presso la Scuola “Giulio Cesare” di Mestre
a cura del Laboratorio Multimediale

Il corso di formazione “Integrazione interdisciplinare nella Globalità dei Linguaggi” tenuto dalla dott.ssa Stefania Guerra Lisi si è svolto a Mestre presso l’Istituto Secondario di Primo Grado Caio Giulio Cesare
da novembre 2008 a maggio 2009.
Scandito in sei incontri, ha coinvolto alunni diversamente abili, genitori, docenti di sostegno e docenti
di altre discipline.


Stefania Guerra Lisi, fondatrice
della GDL e docente del corso


prof. Nicola Cisternino

I ragazzi a lezione di musica


I ragazzi al lavoro nei laboratori


 

Professor Cisternino, che cos’è la GDL?

La GDL è la Globalità dei Linguaggi: è una disciplina di carattere formativo e fondamentalmente pedagogico, quindi fondata sulla comunicazione, sull’integrazione; ed è una disciplina che si rivolge all’utilizzo di tutte le qualità e di tutte le affinità linguistiche di cui ha capacità l’uomo, attraverso tutti i sensi, per valorizzare in pieno le potenzialità umane. Quindi è in qualche modo una disciplina che cerca di riorganizzare, comunque di rimettere insieme sul piano della comunicazione e dell’integrazione quelle che sono le potenzialità umane.
Questa è in termini molto generali una definizione della Globalità dei Linguaggi.

Da dove nasce questa disciplina e da chi è stata fondata?

Questa disciplina, la Globalità dei Linguaggi, è una ideazione di Stefania Guerra Lisi:
Stefania Guerra Lisi è una operatrice, una docente, una ricercatrice soprattutto nell’ambito dell’Arte-terapia. Partendo da una particolare esperienza personale che è quella di essere madre di una ragazza, ormai cinquantenne, nata agli inizi degli anni sessanta, cerebro-lesa molto grave, appoggiandosi ai suoi studi di formazione artistica, (aveva frequentato l’Accademia delle Belle Arti, operato nell’ambito dell’arte scenografica, collaborato con molti artisti a Roma tra i quali Turcato, Fazzini e diversi altri) si è posta il problema, come madre e come artista di come poter sviluppare un percorso proprio e cercare una via che potesse aiutare la sua maternità e la vita con questa bambina. Da lì parte tutto un percorso di Stefania Guerra Lisi che la porta in giro per l’Europa, a frequentare molte attività, seminari e corsi di formazione tra la Germania e la Svizzera comunque nel nord dell’Europa dove già c’erano, agli inizi degli anni sessanta e negli anni settanta, diverse iniziative, diverse correnti di Arte-terapia. Elabora così questa disciplina che adesso costituisce un corpus che si estrinseca in numerose applicazioni fra cui un master di formazione post universitaria presso la Sapienza di Roma, master in arte musicale e musico-terapia.

Su che principi si basa la GDL?

Fondamentale nella impostazione della Globalità dei Linguaggi, ed è una sua particolarità, è il lavoro fatto da Stefania Guerra Lisi sugli stili prenatali per i quali lei ha fatto una ricerca molto elaborata che consiste nella ricostruzione, all’interno della vita intrauterina, di sette stili, sette momenti che in qualche modo possono essere individuabili e che rappresentano proprio il ciclo di vita. Questi stili poi possono orientare nell’ambito terapeutico ma anche nell’ambito operativo a ricostruire in qualche modo le fasi di rielaborazione della personalità: si va dal primo stile che è l’annidamento, al dondolamento, al ritmico-catartico fino all’immago-azione che è quello poco prima della nascita, fino allo stile catartico in cui si ritrovano grazie a questa sequenzialità di costruzione dell’esperienza intrauterina, le rielaborazioni di un possibile approccio a determinate problematiche. Questo processo è un qualcosa che caratterizza fortemente la Globalità Dei Linguaggi e la rende, sotto questo aspetto, di grandissima portata terapeutica ma anche pedagogica.
Per questo poi si è sentita la necessità anche di integrare l’esperienza pratica con la conoscenza teorica. Ecco perché si è sollecitato molto i partecipanti al corso, sia in fase preparatoria che durante lo svolgimento del corso, ad approfondire la lettura e la conoscenza dei testi della GDL.

Su quali teorie ed esperienze formative e pedagogiche si basa la GDL?

La Globalità dei Linguaggi, essendo una pratica, una disciplina di correlazioni, e anche di sintesi, per certi aspetti ha nutrimenti di vario tipo: da una prospettiva prevalentemente fondata sugli archetipi junghiani, direi, per cui c’è naturalmente la base di tutta la teoria e di tutta la operatività fondata sulla potenzialità della ricerca dell’archetipo e del sé che è stata elaborata da Jung. Poi nutrita certamente da esperienze particolarmente significative anche se abbastanza sotterranee nella cultura italiana, di cui ho avuto occasione di parlare anche con Stefania Guerra Lisi, che certamente è qualcosa di edificante ed è il rapporto o comunque l’ascendenza, l’ancoraggio della Globalità dei Linguaggi alla Psicosintesi di Roberto Assagioli: un grande psichiatra, un grande studioso di origine veneziana, di cui nella cultura italiana si conosce molto molto poco.
La Psicosintesi, fondata proprio sulla sintesi delle ricerche psicologiche presenti in tutte le culture di varie ascendenze, a cominciare dalla cultura orientale, a tutto quello che è l’apparato psico e psicoterapeutico che si è sviluppato insomma nella seconda metà del 900. Quindi le ascendenze possono essere tantissime altre perché è una disciplina che, agendo anche operativamente oltre che nella teoria e liberando una serie di potenziali dal punto di vista dell’integrazione, e operando sulla personalità nella sua complessità e nella sua stratificazione archetipica, in qualche modo mette in relazione competenze, conoscenze e ascendenze di natura veramente molto ampia. Ciò che ha ereditato dalla cultura psicosintetica è anche un carattere non violento, ambientalista, di rapporto con la natura, di carattere organico, fondato sulla valorizzazione delle potenzialità, sulla possibilità di rigenerazione attraverso l’indagine interiore, attraverso gli archetipi. Quindi una grande valenza simbolica nella rappresentazione e, in questo senso, l’attività della Globalità dei Linguaggi si basa soprattutto sulle fiabe e la lettura, ma anche sull’architettura e l’organizzazione dello spazio che l’uomo si crea intorno: è un qualcosa di estremamente ricco e fertile.

Che metodologie si applicano?

Avendo un quadro di riferimento molteplice, di carattere globale, la GDL è un linguaggio sostanzialmente centrato sulla sinestesia cioè sui rapporti sinestetici fra i vari sensi e sulla integrazione e potenzialità di varie facoltà percettive che diventano lo strumento di costruzione della personalità e cercando di rivalorizzare e rimodulare anche su varie fasce, dipende dai soggetti che in qualche modo partecipano all’esperienza, alla reintegrazione di questi rapporti sinestesici. Quindi da tutto ciò che riguarda l’organizzazione visiva, spaziale a tutto ciò che riguarda la musica e quindi l’orecchio; anche la dimensione tattile, la dimensione del gusto, e dell’olfatto sono molto presenti. Proprio Stefania Guerra Lisi raccontava di un livello di operatività della Globalità con i quali stanno facendo una sperimentazione molto interessante all’Università di Lecce operando su diversi casi di coma e di coma profondo proprio attraverso il gusto e olfatto, preparando piatti, facendo cucina che ricostruisse attraverso l’olfatto un gusto che era precedente al trauma. Quindi è la dimensione sinestesica, se vogliamo dire in termini un po’ teorici, ma dove tutti gli strumenti sono assolutamente intrecciati e operativi e quindi riportandosi a quella dimensione originaria archetipica che è particolarmente caratteristica dell’età infantile ma che poi è supporto della personalità anche matura.

Come si è svolto e chi ha partecipato al seminario della Giulio Cesare?

Il corso si è svolto nell’anno 2008-2009, ed ha coinvolto docenti e insegnanti di tutte le discipline in base al quadro di riferimento sinestesico della Globalità dei Linguaggi. Ci sono stati molti insegnanti, sostanzialmente una trentina, principalmente insegnanti di sostegno ma anche di varie discipline, hanno partecipato i genitori di alcuni ragazzi portatori di handicap e alcuni studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia nell’ambito del corso di Pedagogia e Didattica dell’arte. Il corso si è svolto in tre momenti di incontro: nel tardo autunno, poi in febbraio, infine a maggio e in questi tre momenti di incontro ci sono state due giornate di lavoro in full immersion dalle 8 di mattina fino al pomeriggio ed erano suddivise in una parte laboratoriale (al mattino) in orario scolastico e una parte formativa (al pomeriggio). Erano due scuole a partecipare, ad aver creato questo progetto, che è partito dalla Giulio Cesare, ma ha visto associato l’Istituto Comprensivo Arturo Martini di Peseggia di Scorzè. Quindi gli insegnanti delle due scuole, nella mattinata, assieme al gruppo di ragazzi portatori di handicap certificati, ma anche ad alcuni ragazzi caratteriali o con alcune difficoltà di carattere comunicativo, in tutto una ventina di ragazzi, a rotazione partecipavano a questo laboratorio mattutino che si teneva nell’Aula Magna; abbiamo a questo scopo attrezzato lo spazio come una vera e propria palestra della Globalità dei Linguaggi, con tutti i materiali, l’aula è stata svuotata interamente per avere libertà di movimento. Nel pomeriggio Stefania Guerra Lisi per tre ore teneva lezione e rielaborava diciamo ‘teoricamente’ quello che era stato fatto al mattino, con l’intervento attivo e costante di tutti i partecipanti. Sostanzialmente questo modulo organizzativo dell’evento ha funzionato abbastanza bene ed è stato molto efficace considerando le difficoltà che ognuna delle due scuole ha dovuto gestire, dovendo rimodulare e riorganizzare l’intera attività scolastica degli istituti per il numero consistente di docenti che partecipavano all’iniziativa e gestire poi anche il trasporto dei ragazzi, alcuni dei quali venivano da paesi fuori dell’area di Mestre.
La partecipazione è stata ampiamente positiva e, direi, proprio in accordo con ciò che insegna la teoria della Globalità dei Linguaggi, è stato fondamentale il coinvolgimento dei genitori per avere partecipe tutto l’assetto formativo della personalità, non solo quello scolastico ma anche di una autentica integrazione scuola-famiglia. Il Corso ha visto poi una giornata conclusiva nel settembre 2009 al cinema Dante in cui si è organizzata una piccola mostra con esposizione dei lavori realizzati all’interno del corso durante la quale Stefania Guerra Lisi ha tenuto una lezione conclusiva per il corso di formazione per tutti gli insegnanti e genitori.

A suo parere quali risultati sono stati ottenuti?

Il primo risultato è stato il modello organizzativo che nella scuola italiana di questi anni non è facile da realizzare; non solo dal punto di vista dell’impegno anche economico, cioè la destinazione di tutta una serie di risorse alla formazione di insegnanti in quadro di stretto rapporto con le famiglie. La scelta di destinare cospique risorse di due scuole per un anno ad una attività è stato un investimento abbastanza significativo e importante. Altamente qualificante poi il livello professionale dell’esperienza perché è stato un corso tenuto direttamente dalla ideatrice della GDL, Stefania Guerra Lisi, che ha dato una disponibilità straordinaria e generosa al fine di formare più docenti e genitori del territorio veneziano su queste modalità operative.
Quindi il primo risultato è stato quello di riuscire a realizzare il corso sia dal punto di vista economico che gestionale. Un piano, quello della gestione che necessitava di energie, capacità e voglia organizzativa che è già di per sé un’operatività dei potenziali umani ancor prima che professionali, perché già operare per costruire un intervento formativo di questo tipo, è un operare con la GDL.
Altri risultati, naturalmente più difficili da valutare, sono quelli di lungo termine e riguardano la ricaduta nella didattica, cioè nella scuola del mattino di esperienze del genere; questo naturalmente è un patrimonio motivazionale oltre che operativo e professionale soprattutto per gli insegnanti che credo vi abbiano trovato abbastanza arricchimento proprio perché è stato un evento formativo fondato sostanzialmente sulla operatività e quindi sulla capacità di lettura di fenomeni, di idee, processi che poi si possono realizzare in classe ad opera degli insegnanti di sostegno in primis ma anche da parte degli insegnanti delle educazioni espressive (arte, musica, tecnologia ecc.), che hanno partecipato al progetto.
Ad esempio durante il corso c’è stato un lavoro sulla fiaba di Pinocchio riletto attraverso la dimensione simbolica e archetipica (la balena e l’assenza del grembo materno con la rinascita di Pinocchio e il complesso ruolo paterno) cioè tutta una serie di dinamiche (emo-tono-fono-simboliche come le definisce la GDL) che poi sono state rielaborate soprattutto nei corsi di formazione artistica, come anche con attività manuali (tattili) con la ceramica e la creazione dei quattro elementi.
La scuola si è dunque dotata di una propria biblioteca, di gran parte dei testi della Globalità dei Linguaggi e che sono a disposizione degli insegnanti con la speranza di poter proseguire anche su tempi abbastanza lunghi questa esperienza formativa. Inoltre si sta cercando di realizzare una documentazione video, grazie alla collaborazione del laboratorio multimediale del Centro di Educazione Permanente con tutte le ragistrazioni effettuate durante il corso; questo materiale potrebbe rientrare in un progetto per una pubblicazione da realizzarsi grazie ad un contributo della Banca del Tempo e dell’Associazione Gaia di Mestre per cercare di produrre un documento, quindi un piccolo volume, un piccolo manuale sulla Globalità dei Linguaggi per la promozione di questa esperienza all’interno del territorio e delle scuole nel veneziano. Il Corso infatti è stata pensato come una sorta di esperienza pilota all’interno del territorio per aggregare e diffondere questa importante metodologia didattica e creare al tempo stesso degli strumenti formativi e di documentazione utili per poter continuare ad operare nelle scuole.



Stefania Guerra Lisi, fondatrice della GDL,
docente del corso con i suoi allievi.
Stefania Guerra Lisi

Diplomata in Belle Arti. Docente di Disegno e Storia dell’Arte alla scuola magistrale Montessori di Roma. Collaborazione presso gli studi degli artisti Guttuso, Turcato, Fazzini, Montanarini, Mannucci. Seminari sui linguaggi non verbali in varie Università italiane. Dal 1989 docente di discipline pedagogiche e della comunicazione alle Università di Roma La Sapienza e Roma Tre.
Esperta della riabilitazione di handicappati sensoriali, motori e psichici, e in particolare nel riveglio dal coma, ha operato in vari Centri e Istituti (a Roma, Arezzo, Pisa, Diacceto, Ostia, Catania, Trento, Genova, Livorno, Firenze, Reggio Calabria, Venezia, Piacenza, San Marino, Canton Ticino), tra cui Cottolengo di Torino, Don Guanella di Roma; Don Gnocchi di Roma e Milano, e varie Istituzioni psichiatriche (Collegno, Frosinone, L’Aquila, Cremona, Siena, Volterra, Pesaro, Roma, Firenze, Lecce), nonché varie Aziende U.S.L. e sedi AIAS, ANFFAS, DOWN, O.D.A., O.A.M.I., ANGSA e altre.

Ideatrice del Metodo della ‘Globalità dei Linguaggi’, dal 1980 ha tenuto corsi e seminari presso varie istituzioni italiane (CIDI, MCE, MoVI , SIEM, , distretti scolastici o sanitari locali in molte province) e all’estero (Svizzera, Spagna, Finlandia, Francia, Messico). Dal 1982 al 1997 è stata docente al Corso Quadriennale di Musicoterapia della Cittadella di Assisi. Dal 1996 dirige la Scuola Quadriennale di Globalità dei Linguaggi con varie sedi (Bologna, Venezia, Imperia, Roma, Firenze, Lecce, Afragola, Riccione), ed è docente della sua disciplina al Master in “MusicArTerapia nella Globalità dei Linguaggi” all’Università di Roma Tor Vergata.
E’ autrice di numerose pubblicazioni e promotrice di Convegni Nazionali annuali della Globalità dei Linguaggi.

Madre di Elvira, cerebrolesa, è presidente dell’A.N.I.S. (Associazione Nazionale per l’Integrazione Sociale).

© 2009 Università Popolare di MusicArTerapia