di Giancarlo Vianello

Poco prima di “andare in macchina”, come si dice in questi casi, abbiamo avuto questo contributo scritto da Giancarlo Vianello, uno dei più valenti sostenitori delle nostre attività. Ve lo proponiamo come un esempio di come vorremmo da parte vostra la collaborazione al giornale. Vorremmo anche sottolineare l’importanza dell’iniziativa che viene presentata, perché si inserisce nel filone delle nuove attività e in particolare di quelle fatte in collaborazione con la scuola “del mattino”. Chi non avesse ascoltato la trasmissione potrà ascoltarne la registrazione facendone richiesta all’autore dell’articolo.

Si, certo! Il gruppo 150 ore fa anche la radio. L’idea è nata quando: hanno proposto al professor Stoppani una puntata di Radio Media, una trasmissione per le scuole medie e delle scuole medie, cioè prodotta dai ragazzi, in collaborazione con Radio Venezia. Al principio la cosa mi ha lasciato molto perplesso anche perché voleva dire entrare in un mondo completamente nuovo e, se vogliamo, anche molto affascinante. A poco a poco mi sono lasciato lusingare, a tal punto che ho cominciato ad ascoltare sia la radio di Stato che quelle private, in un modo critico ed interessato. Ed è così che ha cominciato a prendere forma questa nostra nuova creatura. I temi trattati, la scelta delle musiche, le interviste, gli intervistati, la produzione globale, i tempi! Provate a pensare: trenta minuti di trasmissione possono essere pochi, ma possono anche essere un’eternità. Dovevamo anche entrare nell’ordine di idee che la trasmissione era rivolta innanzitutto a un pubblico giovanissimo - i ragazzi delle scuole medie - e pertanto non avrebbe dovuto essere una cosa noiosa, avrebbe dovuto inviare un qualche messaggio. E tra i messaggi importanti, trattandosi di una trasmissione per le scuole, volevamo far conoscere, e qui cerchiamo il pubblico adulto, volevamo far conoscere - dicevo - le 150 ore: cosa si studia, come ci si iscrive, per quanti e quali giorni si frequenta, cosa si ottiene, ecc. E così pensammo di cominciare con una breve intervista dedicata ai mestieri femminili scomparsi, in particolare il ricamo “Chiaccherino”, che sappiamo abbastanza sconosciuto, per passare poi a un’altra intervista che trattasse dell’Alta Moda, che dati i tempi, presumemmo fosse di estrema attualità e di grande interesse per i giovani, anche in proiezione futura, per una scelta professionale. Il tutto intervallato da notizie varie sulle attività collaterali alle 150 ore. Infine abbiamo pensato al nostro Sommo Poeta: Dante. Poeta che non molto tempo addietro era studiatissimo nelle scuole di ogni ordine e grado. Certo volevamo presentarlo nella maniera più digeribile possibile considerando, ripeto, a chi erano rivolti i nostri messaggi. La lettura nel modo più classico avrebbe fatto ridere, consapevoli del fatto che nessuno di noi, e il sottoscritto in particolare, aveva una preparazione teatrale tipo Gassman o Albertazzi. Folgorazione! E perché non tradurla in dialetto veneziano? Terrore dipinto sul volto del professor Stoppani. “Se dobbiamo far ridere” - dico io - “tanto vale che facciamo ridere in veneziano!” Sembra che la cosa sia piaciuta a molte persone da noi interpellate per un parere e ci ha dato il coraggio, perché solo di questo si tratta, di proseguire per la strada da noi scelta. Ve lo immaginate il V° canto dedicato principalmente a Paolo e Francesca in dialetto veneziano, che poi loro erano di Rimini, con sottofondo dei Pitura Freska? “Picin, vogio tornar picin, piciniiiin...”
Oltre al professor Gabriele Stoppani, da queste pagine desidero ringraziare Clara Bullo, Carla Preto Martini e Anna del Frate che hanno reso possibile, con il loro prezioso contributo, la realizzazione di questa nostra trasmissione.