I Laboratori
di Gabriele Stoppani

Prosegue la rassegna dei laboratori che si svolgono nell’ambito dell’educazione permanente o dell’associazione culturale “Nicola Saba”. Rassegna che ha già visto il racconto delle esperienze dei laboratori di Informatica e di Tradizione orale. Ora tocca al laboratorio di Filosofia, che già da alcuni anni il prof. Stoppani cura con grande impegno, ripagato da una frequenza assidua e molto partecipe.


Il prof. Stoppani

 

Per illustrare il laboratorio di filosofia al “N. Saba” ho scelto la linea dell’orizzontalità: far parlare i protagonisti.
Così ho invitato i frequentanti a mettere per iscritto le proprie riflessioni sull’esperienza che stanno vivendo da uno o più anni.
A tutto campo. Come in laboratorio di pittura è bello conoscere i grandi movimenti culturali e la vita degli artisti ma soprattutto è necessario se si vuol imparare a dipingere, prendere in mano i pennelli, così da noi non si studia solo il pensiero dei grandi filosofi ma si cerca di adoperare i pennelli della filosofia, cioè i CONCETTI e le PAROLE, perché “la parola è rappresentazione del pensiero, perciò senza pensiero non vi sarebbe alcuna parola” (Lucia).
Ho raccolto con ordine gli scritti e i pensieri virgolettati interpungendo il canovaccio di questo articolo.
Innanzitutto, qual è la molla che spinge un adulto, in una società come quella attuale dove contano e dominano solo le “cose concrete” a interessi di “cose astratte” come le idee di cui si occupa la filosofia?
“Fare filosofia” dice Elena “è sempre stata una mia aspirazione segreta; non l’ho potuta realizzare perché ero presa dal lavoro, la casa, gli eventi ......”
Ecco, quando l’uomo si ferma, smette di correre freneticamente e si chiede cosa sto facendo? a che serve la mia vita? o si interroga “sul perché dei fenomeni, dell’origine del mondo e di quale sia il posto del nostro essere in questo universo” (Andreola), ecco quando l’uomo esprime queste curiosità già fa filosofia, che è soprattutto ricerca e 1a ricerca su noi stessi e gli altri merita di essere fatta per poter dire: - ho partecipato agli eventi della vita e non mi sono lasciato travolgere da essi. Come dice Socrate una vita senza ricerca non è degna di esser vissuta”. (Carla).
Insomma la molla che spinge ad interessarsi di filosofia è la curiosità di sapere.
E allora cos’è la filosofia?
“E’ riflessione sulla vita, ma dalla vita deve distaccarsi per meglio comprenderla. E’ un viaggio nella conoscenza, faticoso e a volte doloroso come la vita stessa. Le provvisorie certezze invariabilmente sono scosse dai dubbi che esse stesse hanno suscitato” (Annalisa). Letteralmente filosofia significa “amore per il sapere. Ma non si tratta di un interesse per degli argomenti specifici di storia, scienza, fisica o altro .... la filosofia tende a ricercare ciò che ci è di stabile in ogni esperienza... prende in esame la totalità delle cose, tutta la realtà e l’essere attraverso la ragione” (Andreola) perché “da quando l’uomo ha preso a ragionare non fa altro che cercare di raggiungere il tutto” (Elena).
Così quando ci troviamo al laboratorio “non ragioniamo di cose concrete quindi tangibili e facilmente comprensibili bensì su cose astratte come il mondo delle idee di Platone, il principio di non contraddizione di Aristotele, l’esistenza pensata come apparenza da Parmenide” (Rosetta).
Pertanto la filosofia essendo riflessione sopra (che in greco si dice meta) la fisica, è innanzitutto metafisica. E fin dal suo nascere nel 500 a.c. circa la filosofia greca pensa alla fisica cioè alla natura, come a un tutto indissolubile ed eterno. Ogni elemento che popola l’universo fa parte del territorio del tutto; ne esce con là nascita e l’apparire al mondo, ne rientra dopo la crescita con la morte che non è la fine ma il ricongiungimento al tutto o all’essere. Ma cos’è questo tutto? I filosofi se lo sono immaginato in modo diverso. La loro originalità consiste nel rappresentarlo idealmente a proprio gusto e ragionamento, “ogni filosofo ha un suo pensiero che porta a nuove e più grandi invenzioni. Ma tutti cercano la verità, Episteme, nella Pbisis (natura) rivolgendo lo sguardo al tutto da cui ogni cosa proviene e nel divenire ritorna” (Angela).
Vediamo. Per Talete il tutto è l’acqua, per Anassimandro l’apeiron cioè l’infinito, l’immenso, per Anassimene l’aria, per Eraclito e gli Stoici il fuoco che rappresenta la Ragione Universale, per Platone le idee, per Democrito ed Epicuro gli atomi, per Leibniz le monadi, per Spinoza la sostanza ecc ... Va da sé che in un territorio ideale così vasto dove i filosofi coltivano piante intellettive disparate e varie, anche i discepoli esprimono simpatie discrezionali per l’una o l’altra rappresentazione del tutto. “Per me l’affermazione di Socrate: So di non sapere, è una delle più belle. in queste parole vi è tutta l’anima per la ricerca della verità” (Maria Angela) “ Il filosofo che mi è piaciuto di più è stato Platone, in lui si rispecchia il mio punto di vista sulla vita terrena, attuale e futura. Lui dice che le idee costituiscono il vero mondo, quello intelligibile, diverso dal mondo sensibile. Le idee di Platone sono immutabili ed eterne e rappresentano il modello su cui un dio plasmatore (il Demiurgo) ha costruito le cose sensibili” (Ada).
‘Tra i vari filosofi antichi, Epicuro mi ha affascinato di più al suo pensiero mi sento più vicina: gli enti dell’universo sono materia costituita dal movimento e dall’aggregazione degli atomi e la morte altro non è che il loro disgregarsi...” (Lucia).
Possono in contrappunto, sorgere anche le antipatie: Parmenide sostiene che l’esistenza, il mondo è pura apparenza. Ma dico io, questa dell’apparenza proprio non mi va giù! Anche se rispetto all’età della terra noi siamo delle meteore, avremmo pur vissuto per qualche tempo e in qualche cosa no?! Gli atomi di Democrito mi convincono di più”. (Rosetta).
Come vedete in questo laboratorio ci si costruisce pure un linguaggio specifico: un bagaglio di parole con le quali si aveva poca confidenza: tutto, divenire, phisis, demiurgo, omeomerie, ecc... Oppure si mettono in discussione certi luoghi comuni affibbiati erroneamente alla filosofia. Ad esempio gli scettici sono per noi quelli che si disinteressano al tutto. Invece abbiamo scoperto che è stata una scuola greca che aveva per principio quello di ricercare continuamente la verità rifiutando ogni dogmatismo. O a proposito di amor platonico: ‘facendo filosofia ho scoperto che la Chiesa ha attinto tanto da Platone che parla del mondo semplice e delle idee. Di Platone io conoscevo solo il modo di dire l’amor platonico”, di cui mi ero fatta a naso un’idea del tutto sbagliata. Credevo che consistesse nel fatto che tra due innamorati non ci fosse l’atto sessuale. Santa ignoranza! L’amore platonico è concettualizzare, significa idealizzare e sublimare la persona amata.” (Ardelia).
Vi ha incuriosito questa lunga storia? questo ragionar di cose astratte? Se siete interessati potete iscrivervi a uno dei due corsi di filosofia che si tengono al “SABA” o anche a tutti e due:
Filosofia greca antica e Filosofia moderna.
Due corsi settimanali al mercoledì e giovedì.