forte carpenedo

di Elena Ramacciotti

Novembre 1995:con le '150 ore' siamo andati a visitare il forte Carpenedo. E' stata un'occasione estremamente interessante per conoscere una delle poche testimonianze storiche di Mestre. Il dott. Mauro Scroccaro ci ha aiutato a capire meglio di cosa si trattava.  

Forte Carpenedo, assieme ai suoi gemelli Forte Gazzera e Forte Tron, fu costruito sul finire dell'800 come "ala esterna" del "campo trincerato" di Mestre. Un'insieme di opere difensive poste a raggiera attorno a Forte Marghera con il preciso intento di difendere da eventuali attacchi via terra il porto di Venezia e il suo importante arsenale militare e che rimarrà tra i più importanti tra quelli realizzati in Italia. I tre forti, costruiti a forma poligonale secondo i nuovi modelli architettonici sviluppati in nord Europa, sono regolarmente intervallati tra di loro e da Forte Marghera con distanze che variano tra i 3.500 e i 4.500 metri, dettati dalle gittate delle artiglierie dell'epoca, e perciò dalla possibilità di difesa reciproca e di tener fuori tiro con la loro interposizione Forte Marghera e l'accesso a Venezia. I tre forti sono posti lungo le principali vie d'accesso dalla terraferma alla città lagunare: Padova (Forte Tron), Bassano-Trento (Forte Gazzera), Treviso-Trieste (Forte Carpenedo).

Ogni Forte aveva in dotazione una ventina di pezzi di medio calibro, piazzati su 12 piazzole scoperte poste sulla sommità dei rampari. Per la difesa del Forte dovevano provvedere eventuali mortai e le quattro caponiere che, prolungate sul fossato, erano in grado di coprire con postazioni per mitragliatrici e fucileria ogni lato del forte. All'interno sul traversone centrale trovano posto il comando, i servizi ad esso collegati (centralino, ecc.) e le infermerie. Sotto i rampari, lungo i fronti laterali e lungo il fronte d'attacco, trovavano invece posto le camerate, le cucine, i depositi di munizioni, le stalle. Attraverso i corridoi che correndo sotto i rampari lungo tutto il perimetro del forte mettevano in comunicazione tutte le parti della struttura, era possibile accedere stando al riparo, sia alle postazioni di artiglieria sia alle caponiere leggermente ribassate rispetto al livello interno. Sfruttando delle falde naturali e con un sistema di chiuse, si garantiva il livello d'acqua nel fossato, ed il rifornimento idrico della guarnigione. Il costo dei forti fu per l'epoca ingentissimo (1.770.000 lire per Forte Carpenedo): un costo enorme se si pensa che nessuno di essi fu mai coinvolto, per fortuna!, in vicende di guerra. Soprattutto lo spreco consisteva nel fatto che , una volta costruito, questo forte risultò inadeguato a reggere i colpi dei nuovi obici sotto i quali i suoi muri si sarebbero sgretolati in pochissime ore, trasformandosi in trappole mortali per le loro guarnigioni. In seguito anche Forte Carpenedo, come gli altri due, è stato adibito a deposito di materiali e munizioni. Ora, dismesso, è passato in quanto proprietà dello Stato in gestione all'intendenza di Finanza e attraverso questa in affitto al Comune di Venezia.

Il Comune, a sua volta, ha dato in gestione ad un gruppo di volontari l'apertura al pubblico ed il restauro delle strutture: si tratta del Gruppo d'iniziativa per la salvaguardia e l'utilizzo pubblico del Forte Carpenedo, grazie al quale, oltre a noi delle "150 ore", altre 5.000 persone hanno avuto la possibilità di conoscere un prezioso documento storico.

FONTE: I forti del campo trincerato di Mestre, a cura di P. Brunello, Venezia, 1988.