Gita a Londra

di Graziella Mazzoni

Erano alcuni anni che noi corsiste di inglese, insieme al nostro professore, parlavamo di fare una gita a Londra e finalmente quest’anno ci siamo riuscite. L’evento è avvenuto durante il ponte scolastico del 25 Aprile ed è stata una bella esperienza. Al nostro gruppetto iniziale si sono unite altre corsiste e qualche marito ed in tutto eravamo 32 persone, ma non è stato un problema, anzi! Tutto merito, naturalmente del nostro professore Giuseppe Voi che ha organizzato la gita. Ci siamo ritrovati tutti all’aeroporto e dopo aver espletato le formalità di volo, siamo partiti. Non sto a elencare tutto ciò che abbiamo fatto dall’arrivo alla partenza perché sarebbe lungo e noioso, ma è certo che quei pochi giorni che avevamo a disposizione gli abbiamo sfruttati bene, pertanto siamo riuscite a vedere tante cose belle di Londra.

Il professore, prima di partire, ci aveva consigliato di comprare il tesserino per accedere a tutti i mezzi pubblici ed in effetti ci è stato molto utile poiché abbiamo scorrazzato per la città con la metropolitana, con il bus semplice e quello doppio rosso caratteristico di Londra. Naturalmente abbiamo voluto provare anche il famoso cab nero, il taxi londinese, anche se questo abbiamo dovuto pagarcelo. La mattina ci ritrovavamo nell’atrio dell’albergo e lì formavamo dei gruppetti, questo perché il professore, chiamato ormai amichevolmente Pippo, ci aveva fornito due itinerari alternativi, per cui potevamo decidere noi cosa visitare in base ai nostri gusti personali. Siamo restati uniti, invece, per le due gite programmate con il pullman e la guida: la prima nella City, l’altra al castello di Windsor.

Il tempo è stato bello, ma visto che eravamo a Londra, non poteva mancare la classica giornata di pioggia per non smentire la sua fama. Abbiamo tirato fuori l’ombrello che tutte noi, diligentemente avevamo portato, ma ripeto, solo per un giorno, poi è tornato il sole. Per quanto riguarda il pranzo, eravamo liberi di mangiare dove volevamo e il nostro gruppo, ma poi ho saputo che anche gli altri lo hanno fatto, ha sempre mangiato nei “pub” o “public house”. Sono locali molto caratteristici, unici a Londra, riconoscibili dalle insegne che hanno all’esterno. All’interno poi l’atmosfera è resa familiare dalla musica di sottofondo. I camerieri non ci sono e devi andare al banco a ordinare e qui abbiamo avuto modo di sperimentare i progressi del nostro inglese. All’inizio eravamo un po’ impacciate o imbranate, come volete, ma poi ciò che ordinavamo ci veniva servito per cui la comunicazione vuol dire che era avvenuta. Dimenticavo di dirvi che i pub sono famosi soprattutto per la birra e così il nostro cibo veniva accompagnato da enormi boccali di questa bevanda buonissima e vi assicuro che ne abbiamo assaggiate di tutti i tipi.

Dato che la nostra era una gita culturale, non poteva mancare la visita ai musei e infatti abbiamo ritemprato lo spirito ammirando i tesori della Tate Gallery e del British Museum: alcune signore hanno visitato anche la National, ma loro sono corsiste di storia dell’arte e non potevano perdere un’occasione come questa.

Dopo aver visto molte opere d’arte, palazzi e chiese bellissime come la Cattedrale di S. Paul, Pippo ha fatto in maniera che potessimo rinfrancare anche il corpo e così ci ha chiesto se volevamo trascorrere una serata gastronomica in un vero ristorante inglese. Tutto il gruppo ha accettato con entusiasmo e il professore si è messo in cerca del locale; quando l’ha trovato non ha voluto dirci niente. “Sorpresa” ha solo detto e “Mettetevi eleganti”, però sorrideva, come si suol dire, sotto i baffi. La sera fatidica, tutti in pompa magna, seguivamo il nostro prof. e lo tempestavamo di domande proprio come fanno i bambini e lui piano piano ci dava qualche indizio e così poco prima di arrivare a destinazione abbiamo capito che ci trovavamo in Baker Street la famosa strada e che il locale era proprio nel palazzo in cui lo scrittore Conand Doyle aveva fatto vivere il suo famoso personaggio Sherlok Holmes. L’interno del locale si è rivelata un’altra piacevole sorpresa: siamo rimasti tutti a bocca aperta. Il ristorante era proprio un bel posticino, tutto in puro stile vittoriano e sembrava di essere tornati indietro nel tempo. Il cibo poi era prettamente inglese e in barba a tutti coloro che dicono che a Londra si mangia male, era veramente buono e il tutto innaffiato con vino delle campagne inglesi e anch’esso, a detta degli uomini che se ne intendono più di noi donne, molto buono. Volete vedere il menu, casomai voleste andare anche voi che leggete queste righe a sperimentarlo di persona? Insomma Pippo aveva detto sorpresa e sorpresa è stata. Tutto il gruppo lo ha ringraziato di cuore e lo ha eletto subito come accompagnatore ufficiale per la prossima gita: destinazione Irlanda.