Titolo
di Stefania Zennaro

... E una volta alla settimana in una quindicina di persone ci si ritrova presso la scuola Giulio Cesare; fra saluti e ciance varie, si entra in aula, con gran baccano si spostano i tavoli ammucchiandoli al centro fino a formare una personalissima tavola rotonda (anche se di forma quadrata) e diamo inizio al laboratorio di scrittura , una tavola rotonda di dibattiti scritti e non, di scambi di idee, opinioni ed esperienze. Ad uno ad uno (dopo aver superato l’inevitabile imbarazzo iniziale a leggere a voce alta qualcosa scritto da noi) se a casa abbiamo fatto i bravi scolaretti ed abbiamo preparato uno scritto, in prosa o in poesia che sia, lo si legge ai “colleghi” e la volta successiva, dopo aver corretto eventuali errori od omissioni, il prof. lo riconsegna con i dovuti chiarimenti e spiegazioni. A capo della nostra tavola infatti, c’è il professor Lele Stoppani, il nostro re Artù con tanto di barba, a far da direttore a questa orchestra di idee e parole. E’ lui che, con maestria, finezza e tanta, tanta pazienza, ascolta, corregge, insegna e... sta con noi; perché il bello di questo laboratorio non è solo il momento creativo, la stesura o la lettura di un elaborato, ma anche lo stare insieme scambiando l’un l’altro qualcosa di noi stessi. E’ forse solo una piccola crescita del nostro bagaglio culturale, ma é anche aggiungere tasselli al puzzle della mente, uno per ogni volta che si ha qualche cosa da dire o voglia di ascoltare. Ed il bello del bello poi, é che ci si diverte pure!

IL PARERE DELLE CORSISTE

Alberta Salmeri

Il nostro corso di scrittura? Una favola! Uffa, direte voi, quanto sei esagerata! Embè, lo confesso, questo corso io lo adoro. Sarà perché mi ci trovo bene, sarà perché mi piace scrivere, sarà sarà sarà.... fatto sta che quest’ora e mezza alla settimana per me è ritemprante, mi dà carica, certamente mi aiuta a sconfiggere la monotonia della quotidianità. Ogni corsista dona qualcosa di diverso all’altro, a volte divertente altre invece triste o diversamente ancora ci offre un momento di pura riflessione, non ci sono prevaricazioni ne’ paragoni inutili, ognuno dà quello che ha e insieme si progredisce in armonia. (...)

Speranza Visentin

Nell’anno 88-89 chi vi scrive termina di frequentare le “150 ore”. L’esperienza mi entusiasma e voglio continuare, ma non cerco una scuola superiore o un lavoro, bensì un’attività interessante e non troppo impegnativa. Il “la” me lo dà l’insegnante di lettere del corso, dice: -Guardi che a fianco delle “150 ore” ci sono diversi laboratori nei quali si può inserire, scelga la materia verso cui si sente più incline. -A me piacerebbe scrivere, e lui: - Non c’è il laboratorio di scrittura ma se ci sono persone che lo chiedono si può sempre istituire. Detto fatto, nell’anno 90-91 inizia il laboratorio di scrittura, tuttora funzionante, anzi con sempre nuove leve (...) Gli argomenti di qualsiasi fatto o persona trattino, anche se uguali sono esposti in modo diverso. C’è chi usa la narrativa o la saggistica, chi scrive poesie anche in vernacolo, chi preferisce descritte in varie forme: spiritose o riflessive in modo tale che ognuno raccolga quello che gli interessa ed esponga le sue valutazioni negative o positive ma sempre a mo’ di dialogo, insomma come una “famiglia”. Questo è il nostro laboratorio di scrittura dove, per concludere con un proverbio di mia madre che diceva “impara l’arte e mettila da parte” oppure “ devi rubare con l’occhio” ossia serviti dell’esperienza degli altri e fanne tesoro, ti sarà sempre utile.