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di Stefania Zennaro


Vi do una buona ricetta per passare una giornata veramente piacevole:
Prendete una domenica di inizio primavera, un sole radioso e un vento che fa gioiosamente garrire le bandiere; miscelate bene.
Procuratevi ora circa 15000 persone di varia età e condizione sociale e ponetele nella città più particolare e più bella del mondo; incorporatele col composto precedentemente preparato, quindi fate scorrere il tutto avanti e indietro. Dopo un pò arriverete a coprire gran parte della superficie in modo quasi uniforme.
Fate attenzione a non far scivolare l’impasto, soprattutto SU E ZO PER I PONTI! Ieri, 22-3-’98, prima domenica di primavera, solare, anche se alquanto freddina, si è svolta a Venezia la 20ª edizione della corsa denominata appunto “Su e zo per i ponti”. Nome quantomai azzeccato dato l’ovvio andamento del percorso, davvero unico nel suo genere; come irripetibile è l’incanto dello scenario che solo Venezia può offrire.
Ma né la lunghezza del percorso, né la difficoltà dei continui saliscendi dei ponti, gli imbottigliamenti nelle calli più strette, la notoria maggiore fatica nel camminare (o ancor peggio correre) sulle pietre dure con cui Venezia è pavimentata, hanno fermato la marea di persone giunte veramente da ogni parte del mondo per partecipare a questa che, più che una gara, assomiglia a una festa.
L’atmosfera particolare si è respirata già dalla partenza: turisti e partecipanti (scaglionati in più riprese) sono stati rallegrati da vari gruppi folcloristici di cori e di danzatori e addirittura, per l’alza bandiera in Piazza San Marco e per dare il giusto ritmo alla partenza, la fanfara dei bersaglieri.
Nell’enorme massa di partecipanti, pochissime erano le voci che parlavano in dialetto veneziano (i cittadini, coe-renti con la tranquilla pigrizia di questa città, se ne stavano beatamente ai balconi ad ammirare i forsennati che sfilavano a velocità varianti sotto i loro occhi spesso canzonatori); ai dialetti dell’entroterra e di tutte le regioni italiane, si sono mischiati in una piacevole cacofonia idiomi stranieri di paesi anche molto lontani. Era quasi un gioioso e sportivo abbraccio fra genti di tutto il mondo.
E tutti assieme, chi correndo chi passeggiando, lungo calli rive e campielli, su e giù per i ponti, ad abbracciare anche con gli occhi e col cuore questa nostra splendida città!

su e zo per i ponti

Nella ripetitività
della monotonia quotidiana
un lampo di vita squarcia la routine.
Una competizione?
Una passeggiata?
Forse solo un modo
per stare ancora una volta
con gli amici
e fra la gente
in questo splendido scenario.

Ne la ripetitività
de la monotonia quotidiana
un lampo de vita rompe la routine.
‘Na copetission?
‘Na passegiata?
Forse solo un modo
per star ancora ‘na volta
co i amissi
e fra la zente
in sto splendido scenario.