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di Roberta Fabris

“... essere in grado di scoprire le cause della propria scarsa capacità di concentrazione, della tensione, del nervosismo, della stanchezza ed insofferenza verso se stessi e gli altri, dei conflitti nei quali ci si dibatte... è già potenziare un aiuto che porta al superamento di tali insufficienze”.
 

II Training Autogeno (T.A.) è noto come un metodo di autodistensione concentrativa capace di influire positivamente su quanti lo praticano con costanza.
Dei sei esercizi del T.A. di base e dei vantaggi conseguenti ad un buon allenamento si è trattato in un precedente articolo (EP n° 5 pp.7-9), basti qui ricordare che dopo un addestramento durato circa tre mesi su esercizi progressivi, si realizza spontaneamente una condizione di piacevole distensione: la muscolatura è rilassata, il ritmo cardiaco e respiratorio sono regolari, un leggero calore accompagna gli esercizi, mentre la fronte, piacevolmente fresca, si dispone alla concentrazione. Durante la situazione di Training, sistemi come i muscoli, i vasi sanguigni, il cuore, il respiro, gli organi addominali si mettono a riposo, permettendo la normalizzazione di funzioni somatiche alterate.
Come sanno tutti coloro che hanno esperienza di T.A., durante gli esercizi non si tratta di fare qualcosa, ma semplicemente di lasciar accadere, con un atteggiamento di attenzione/concentrazione senza volontarietà per il quale anche i pensieri che eventualmente disturbano il rilassamento non vengono scacciati con rabbia o disappunto ma semplicemente messi da parte, scivolando su di essi senza partecipazione emotiva.
Si è detto come siano necessari tre mesi per l’apprendimento della tecnica, ma solo la continuità negli esercizi permette di acquisire dopo otto/dodici mesi quella familiarità con il T.A. che consente ulteriori applicazioni.
Allora l’addestrando è in grado di passare rapidamente dall’atteggiamento normale di attività volontaria, alla cosiddetta “concentrazione passiva” (stato concentrativo caratterizzato dalla sospensione dello sforzo) e di mantenere la condizione di rilassamento anche in situazioni non sempre ottimali (per esempio in presenza di rumori e in ambiente illuminato) e per un tempo sufficientemente lungo (almeno 10/30 minuti);
A questo punto dell’addestramento è possibile introdurre la Modificazione Autogena, che utilizza alcune formule per rafforzare gli effetti raggiunti con gli esercizi base e dirigere poi l’attenzione sulla propria realtà interiore, allo scopo di migliorare la sicurezza in se stessi e sviluppare le potenzialità individuali.
Il T.A. diviene quindi più personale, aperto alla lettura del linguaggio del corpo ed alle esigenze psicologiche della mente: lo sguardo verso l’interno si approfondisce, si accetta l’attesa, si lasciano maturare le cose lentamente e si ritrova il silenzio, un silenzio che non spaventa, ma arricchisce.
Durante questo lavoro è particolarmente interessante, scoprire come il T.A. non dia soluzioni, ma apra interrogativi sull’esistenza: lo sguardo con cui si osserva la realtà muta; lo scenario su cui si proiettano i problemi acquista profondità impreviste; la domanda che spesso si pone chi si accosta per la prima volta al T.A.: “Come posso vincere l’ansia?” si trasforma nell’altra: “Dove tende la mia esistenza?” e il campo visivo si allarga e l’attenzione si sposta oltre il sintomo e il T.A. si rivela allora come uno strumento che aggiunge nitidezza di osservazione al pensiero e lentamente ci conduce anche al superamento di alcune difficoltà emotive.
Essere in grado di scoprire le cause della propria scarsa capacità di concentrazione, della tensione, del nervosismo, della stanchezza ed insofferenza verso se stessi e gli altri, dei conflitti nei quali ci si dibatte, dei disturbi del sonno... é già potenziare un aiuto che porta al superamento di tali insufficienze.
Affrontare con calma le proprie attese, rispondere ad interrogativi imprevisti, dialogare con i problemi senza rimanerne sopraffatti, ascoltare la propria interiorità ed imparare a decifrarne il linguaggio, rappresentano dunque un piacevole percorso che dal T.A. somatico conduce ad una presa di coscienza sempre più profonda di sé e degli altri.
Un’esperienza in tal senso ha coinvolto, nei primi mesi di quest’anno un gruppo di addestrande (otto donne) che per dieci giovedì consecutivi si sono incontrate per approfondire la metodica del T.A. di Schultz, precedentemente appresa. All’inizio l’interesse si è rivolto all’inserimento di alcune formule proprie della Modificazione Autogena, opportunamente individualizzate. Dopo alcuni incontri, il T.A. si è ulteriormente approfondito: accettati l’attesa ed il silenzio dell’esercizio prolungato, il lavoro del gruppo si è indirizzato ad esperienze creative in condizioni di training o al termine del rilassamento.
Gli esercizi, concretizzatisi di volta in volta in ricerca del colore personale, in rappresentazioni di uno stato d’animo o di un concetto, hanno fatto emergere ed alimentato un potenziale ricco di significati e hanno permesso la riscoperta e l’accettazione di quella parte emotiva, spesso ignorata perchè schiacciata dalle abitudini e dalle regole eppure tanto importante per lo sviluppo armonico della personalità.


Che cos’è il Training Autogeno?
Il Training Autogeno è un metodo di rilassamento elaborato dal neurologo J.H. Schultz. Si realizza in sei esercizi progressivi di concentrazione e permette di raggiungere una completa distensione interiore attraverso un completo rilassamento fisico.

Quali sono i vantaggi del Training Autogeno?

Con la pratica del Training Autogeno si mettono a riposo i muscoli, i vasi sanguigni, il cuore, il respiro, gli organi addominali, fino a raggiungere un particolare stato di autodistensione che rende possibile il recupero delle energie psico-fisiche e lo scaricamento dell’ansia e della tensione. La concentrazione migliora, aumenta la sicurezza in se stessi e la capacità decisionale, ci si accorge di un ritrovato atteggiamento positivo verso la vita.

Come si impara il Training Autogeno?

Una guida è necessaria nel periodo di apprendimento per insegnare la tecnica e dosare opportunamente i singoli esercizio in rapporto alla situazione e alle esigenze di ognuno.

E’ faticoso imparare il Training Autogeno?

Il Training Autogeno non richiede alcuno sforzo fisico, è importante invece mantenere un impegno regolare nell’apprendimento e nell’esecuzione degli esercizi, infatti Training significa allenamento.