a cura di Leo Rosina.
(insegnante del corso 'Danze popolari' per l'associazione N.Saba)

La danza è la madre delle “arti”, la musica e la poesia si determinano nel tempo, le arti figurative e l’architettura nello spazio, la danza vive ugualmente nel tempo e nello spazio.

Movimenti ritmici in una successione spazio temporale. Senso plastico dello spazio. Viva rappresentazione di una realtà visiva e fantastica.
L’uomo danzando ricrea tutto questo con il suo stesso corpo, ancor prima di affidare alla materia, alla pietra o alla parola il risultato delle sue esperienze.
Nella danza i confini tra corpo e anima, tra espressione libera dei sentimenti e finalità utilitarie, tra socialità ed individualismo, tra gioco, culto, lotta e rappresentazione scenica, tutti i confini che l’umanità ha costruito nel corso della sua evoluzione, si annullano.
Tante cose sono presenti nella danza: il bisogno di danzare, perché una prorompente gioia di vivere strappa le membra al loro torpore; il desiderio di danzare, perché chi danza acquista un potere magico che elargisce vittoria, salute, vita; il legame mistico, che nella danza ci unisce tutti come in una “tribù”; il libero manifestarsi della propria individualità in completa aderenza al proprio io.
La danza è un qualcosa di istintivo per l’uomo, si può pensare sia la prima cosa di cui un individuo fa esperienza. Già nel grembo materno noi percepiamo i battiti cardiaci, un ritmo regolare accompagnato sovente da movimenti.
Spesso capita, se stiamo ascoltando una musica, di muoverci inconsciamente a tempo o con le mani o con i piedi; in altre parole, ci mettiamo a ballare.
La danza è un movimento ritmico accompagnato dalla musica, danza e musica sono un binomio inscindibile. Se vedessimo qualcuno danzare e non sentissimo la musica, probabilmente ci stupiremmo chiedendoci se quella persona è normale o no.
La danza oggi si è notevolmente evoluta diversificandosi in numerose tipologie.
Sentiamo spesso parlare di danza classica, di danza moderna, di danza jazz, di danze latino-americane, di folk ecc,  ma se chiediamo ad una persona qualsiasi che cosa sono le danze folkloristiche, ci sentiremo rispondere quasi di sicuro che queste sono : il tango, il valzer, la mazurka, la polka e via dicendo.
Nulla da eccepire, ma questa è una nuova forma di folk, è un nuovo divertimento mondano.
Le danze folkloristiche o, per meglio dire, le danze popolari vere e proprie, venivano eseguite per allietare dei momenti particolari legati al lavoro delle comunità, specialmente di quelle contadine, quando si terminavano le semine, i raccolti, le vendemmie etc., oppure si eseguivano in occasione di speciali avvenimenti legati più da vicino alla vita dell’uomo, come le nascite, i battesimi, i matrimoni o, ancora, in occasione delle feste religiose più importanti o in quelle pagane che continuavano a sopravvivere.
Le danze e la musica erano una componente radicata della cultura popolare, un’espressione vera della gente comune, della gente più povera che non ha fatto la storia, che non è menzionata nei libri; forse per questo buona parte di questo patrimonio è scomparso e non è arrivato fino ai nostri giorni.
Oggi in Italia (almeno 30 anni prima in altri paesi europei più sviluppati, come Francia, Germania, Olanda etc.) c’è la riscoperta delle danze popolari, non solo di quelle legate alla propria tradizione culturale, ma anche alle tradizioni di altri popoli, specialmente dell’area balcanica, dell’est Europa e in modo eclatante dei popoli di tradizione ebraica.
Nei paesi dove lo sviluppo economico non ha ancora raggiunto lo standard comunitario europeo, mi riferisco ad esempio alla Romania, alla Bulgaria ecc,  dove sopravvivono delle comunità in villaggi di contadini o di pastori, è presente ancora oggi una ricca tradizione di danze, musiche e canti popolari.
Questo patrimonio veniva e viene tramandato ancora oggi oralmente dai genitori ai figli.
Consapevoli però che ciò non poteva bastare e che buona parte del materiale si perdeva, oppure subiva delle modifi-cazioni irreversibili, alcuni ricercatori hanno cominciato ad effettuare delle trascrizioni dei passi delle danze, dei loro significati, dei momenti in cui venivano eseguite.
Si fecero delle incisioni musicali e, da circa una quarantina d’anni, anche dei documentari, con lo scopo di fissare e di registrare una volta per tutte e in modo indelebile tutto questo materiale.
In questi paesi sono nate delle scuole di danza popolare in collaborazione anche con le Università, con lo scopo di salvaguardare questa parte di conoscenza e di offrirla alle persone in corsi completi di etnomusicologia e danze.
Con questa iniziativa si sono formati, e si continua a farlo, molti insegnanti e molti gruppi professionistici di danze popolari.
Di recente, poi, si sono intensificati gli scambi culturali tra i vari paesi, grazie anche all’abbattimento delle barriere ideologiche, specialmente nei confronti dei paesi dell’Est, scambi dovuti anche a una sempre e più rapida mobilità dovuta ai mezzi di trasporto.
E’ abbastanza normale durante il periodo estivo vedere ensemble folkloristici che provengono da ogni parte del mondo, come è diventata normale la prassi di invitare gli insegnanti di danze direttamente dai loro paesi di origine, per poter lavorare direttamente con i veri interpreti delle danze che verranno proposte nei corsi.
Tutto questo per dire che ormai è abbastanza comune la presenza di manifestazioni ed attività di tipo folkloristico anche nei nostri paesi.
Ringrazio l’associazione “N.Saba” per avermi dato l’opportunità di mettere ancora una volta a frutto il bagaglio di es-perienze che ho maturato nei vari corsi ai quali ho partecipato in passato e ai quali partecipo tuttora, sia in Italia che all’estero.
La mia esperienza didattica continua anche in altre sedi, a Spinea (VE) nel gruppo di danze internazionali Arché, a Tencarola (PD) nel gruppo di danze Shir Halaila di tradizione ebraica. Ho collaborato e continuo a farlo tuttora anche con delle scuole elementari e medie delle province di Treviso e di Venezia.
Ai curiosi che vorranno cimentarsi in questa nuova attività, oltre al semplice apprendimento delle danze, verranno fornite anche delle informazioni di tipo culturale sulle tradizioni, sulla musica e sulle canzoni, sugli strumenti, sui costumi, sulle ricorrenze di questi popoli. Le danze popolari, oltre a tutto, sono un’attività di tipo psicomotorio completa. Ogni parte del corpo viene utilizzata; si impara a coordinare tra di loro i movimenti delle braccia, delle mani, del busto, della testa e dei piedi, e ad ese-guirli secondo ritmi ben precisi scanditi dalla musica, si impara pertanto a conoscere meglio il proprio corpo ad esserne più padroni, si scoprono nuove potenzialità e anche nuovi limiti. 
Si impara a lavorare con altre persone, condividendone gli spazi: ricordiamo che la danza popolare è una forma di aggregazione e di socializzazione.
Ogni persona potrà trovare in un’attività di questo tipo, dei motivi di interesse per praticarla, basterà essere dotati di un po’ di curiosità e si scoprirà un mondo tutto nuovo, solare, sano e ricco di valori, che vale la pena di vivere.
Chi non danza ignorerà quel che accadrà.
Alcuni spunti sono stati presi dalla “Storia della danza” di Curt Sachs.