Al Presidente del Consiglio

P. C. al Pres. della Repubblica
Al Dott Enrico Mentana (Canale 5)

 MESTRE 12/8/1999

 

Oggi 12 agosto nel telegiornale delle ore 20 (Canale 5) sono stati resi noti gli importi delle pensioni di alcuni uomini politici e del Presidente della Repubblica, pensionati a cui va aggiunto un lauto stipendio, ora anche se niente ci dovrebbe più indignare, non posso fare a meno di pensare all’effetto che tale notizia deva aver suscitato nei nostri pensionati, me compresa.
Nel 1997 è andata in vigore la legge che diminuiva le pensioni minime, nonostante si vociferasse da sinistra a destra che non si dovevano toccare; in quei giorni mi trovavo nell’ufficio INPS, ho dovuto fare due ore di coda perché era pieno di persone per lo più anziane, donne rimaste sole a cui l’accumulo di due minime, già di per sé non vivibili è stato considerato un onere insostenibile per lo stato, al punto di essere ritoccate al ribasso, persone che esprimevano la disperazione in quanto anche il più piccolo ribasso creava un dramma nel dramma.
Al mio rientro a casa ho inviato una lettera al Presidente in carica, dicendo che consideravo la nostra classe politica un branco di iene, allora ero molto arrabbiata, ora sono solo rassegnata, ma ho voluto scrivere a lei, perché è a questa gente che deve la sua popolarità, il suo Partito rappresentava la speranza della classe operaia e del ceto meno abbiente, che avrebbe dovuto tutelare i più deboli, ma ora sembra che stia cambiando direzione, e devo dire che sono dispiaciuta.
Anche ora si sente dire che le pensioni non si toccano, e questo mi sgomenta, ma non più per le minime, i cui diritti acquisiti non esistono più, ma bensì per le massime, che devono essere abbassate, considerando che con poche di quelle pensioni, non d’oro ma di diamante, si pagano migliaia di povere pensioni. Le sembrerò irriverente ma io non ho miti, e quando guardo gli anziani che ci governano li trovo per aspetto, e per i loro bisogni, uguali agli anziani di tutto il mondo, ma la sola cosa che ci accomuna è che con tutti i loro soldi, non possono comperarsi la vita. Se così fosse si prenderebbero quella dei poveri senza nemmeno chiedere il permesso.
Vorrei che tra tanti inutili, dannosi e costosi referendum, ce ne fosse uno per abolire le pensioni scandalosamente alte e gli innumerevoli privilegi che favoriscono lo sfascio e uno per stabilire se ci può essere un rimedio a quel furto legalizzato che è la bolletta del telefono, perché mentre voi vi godete le ferie, chi rimane a casa vorrebbe almeno sentire una voce amica, ma non se lo può permettere.
Io da qualche anno non voto più, mi è venuta a mancare la fiducia, ma non per lei, o per il suo Governo, che gli sciocchi definiscono «Comunista» sapendo benissimo che per la maggior parte è composto dai soliti nomi di tutt’altra fede politica, e che operano da decenni lasciando a lei una brutta eredità, e non credo nemmeno ai venditori di fumo, ed è per la paura di costoro, di quella destra pericolosa, che le auguro una ripresa, anche se la strada che si sta percorrendo va in un’altra direzione, ma io sono fedele per natura.
Ai poveri rimane sempre quella diabolica invenzione che saranno gli Eletti, a loro apparterrà il Regno dei Cieli.
Vorrei pregare il segretario che legge le lettere, di passarle al destinatario prima di cestinarle, si paga una cifra per questo, Grazie.







Zanon Angelina
Via Roma, 45 Mestre (Ve)

 



Roma, 21 settembre 1999

Gentile Signora Zanon,
rispondo alla lettera che ha voluto indirizzarmi il 12 agosto con la quale esprime le sue non positive valutazioni sull’operato del governo di centrosinistra da me presieduto.
Una lettura della realtà ancorata a quanto fatto in questi tre anni di governo delle forze progressiste, dovrebbe permettere un valutazione della realtà diversa da quella così pessimista che emerge dalle Sue parole.
Guardando al complesso dei risultati ottenuti dai governi di centrosinistra, ed in primo luogo al processo di integrazione europea, al Patto per lo sviluppo, al progressivo ridimensionamento del debito pubblico ed al contenimento dell’inflazione (determinante per la tutela dei redditi più bassi), possiamo verificare come essi costituiscano i presupposti indispensabili per affrontare con successo la lotta alla disoccupazione ed alle tante disuguaglianze ancora presenti nella società italiana.
E non vanno dimenticati i numerosi provvedimenti di riforma sin qui avviati come, ad esempio, per la formazione scolastica, nella sanità e nella Pubblica Amministrazione.
La stessa riforma elettorale rimane uno degli obiettivi principali di questa legislatura.
Con una Legge Finanziaria del «’99» il Governo ha disposti l’incremento del trattamento pensionistico minimo, la diminuzione del carico fiscale sulla prima casa, misure di sostegno alle famiglie monoreddito; assistiamo inoltre un costante recupero di risorse dall’area dell’evasione fiscale e contributiva, frutto di una precisa linea politica e, quel che più conta, stiamo concentrando tutti i nostri sforzi per rinnovare le prospettive di crescita e di modernizzazione de Paese.
Sono recenti i dati relativi ad un aumento occupazionale superiore alle duecentomila unità e questo è un risultato che nessun Governo negli ultimi anni aveva ottenuto.
La prossima finanziaria andrà nel senso da Lei auspicato nel correggere squilibri e privilegi esistenti nel nostro sistema previdenziale.
Questo è ciò che stiamo facendo, con i limiti e le contraddizioni che gli attuali equilibri comportano e dei quali Lei mostra piena consapevolezza. La Sua astensione dal voto non facilita certo questo processo rafforzando, al contrario, chi vorrebbe che le riforme in questo Paese non si facessero mai.
È per il cambiamento che stiamo lavorando, ritengo si stia riuscendo a fare molto, e molto di più potremo fare se continueremo ad avere l’appoggio delle persone come Lei e della loro passione civile.
Le invio i miei più cordiali saluti