a cura di Graziella Mazzoni e Alberta Salmeri.

Cittadini del mondo, realtà o utopia? La risposta sta nella conoscenza, conoscere per capire. Le nostre interviste agli studenti di nazionalità diversa nella nostra scuola continuano.
 





















 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Julice è una bella ragazza brasiliana appena approdata nella nostra scuola per continuare gli studi e migliorare la conoscenza della lingua italiana. Si è prestata volentieri a fornirci informazioni sul suo paese natale. Mentre parlava le brillavano gli occhi per la nostalgia, la famosa "saudade" e, anche se qui si trova bene ed ha un ragazzo, non pensa di formarsi una famiglia in Italia perché teme le conseguenze burocratiche che potrebbero insorgere in caso di divorzio. Il suo sogno è di poter ritornare nella sua città Salvador che è la capitale dello stato di Bahia. Ottava di una nidiata di sedici figli, Julice ci ha raccontato come la vita nel suo paese sia diversa dalla nostra, vuoi per il clima, vuoi per le risorse economiche. I Brasiliani, ci ha spiegato, sono molto religiosi e solo nella sua città ci sono 365 chiese, una per ogni giorno dell’anno. Esse sono traboccanti d’oro, in contrasto con la povertà atavica della gente che crede o vuole credere a dei simboli visibili capaci di esorcizzare la loro povertà. Per contrasto, continua a raccontarci Julice, i Brasiliani vanno pazzi per la musica, anzi ce l’hanno nel sangue e fin da bambini ballano come e dove possono, anche nelle strade. Nei giorni di +Carnevale poi, tutti, ma proprio tutti possono sfogare questa loro passione e in quei giorni dell’anno nel suo Brasile è tutto uno sfolgorio di colori e suoni. La scuola, ci dice Julice, è una nota dolente per loro, perché è poco funzionale e se uno vuol continuare gli studi deve iscriversi a una scuola privata che, essendo molto cara, è alla portata dei soli benestanti. Così è anche per gli ospedali, tutti gli esami clinici devono essere pagati a caro prezzo.
Per quanto riguarda il cibo è poco elaborato ma ottimo.

Silvianne 25 anni, viene dalle mitiche (per noi) Seyshelles, gruppo di 115 isole non tutte abitate.
Lei è venuta in Italia, precisamente a Venezia, perché aveva già una zia e una cugina. Sinceramente lei stava bene a casa sua e non voleva venire, è stata sua madre a convincerla a partire, sperando ovviamente di migliorare la sua vita.
Quando è arrivata, timida diciassettenne, non parlava una parola di italiano e immaginiamo la difficoltà che ha avuto.
Dopo pochi mesi di convivenza con la zia, è andata a lavorare presso una famiglia per tre anni ed ora, indovinate un po’, lavora in una pizzeria. Sì è proprio una pizzaiola e questo lavoro le piace.
Il suo sogno è di tornare nella sua amata isola col suo fidanzato. Questa ragazza molto carina e decisamente simpatica, è sincera, a lei l’Italia non piaceva fin dall’inizio, come non trova stuzzicante il nostro cibo; nonostante i sette anni trascorsi qui, è rimasta attaccata alla sua terra, così piena di sole, mare e gioia di vivere.
Là, dice Silvianne, c’è più tempo per fare le cose, cioè intende dire che la vita è meno frenetica. La lingua nazionale è il creolo, seguono l’inglese e il francese; la religione in prevalenza è cattolica. Il turismo, che fino ad alcuni anni fa mancava, ha portato il benessere alle Seychelles ma non in tutte le isole..

Loredana una ragazza di vent’anni assai carina proviene invece da Bacâu una piccola città della Romania. Frequenta i corsi E.D.A. qui alla G.Cesare per conseguire il diploma di terza media. Quando le ho chiesto se accettava di raccontarmi un po’ della sua storia per il giornale, ha acconsentito volentieri. Loredana è arrivata in Italia assieme ad un’amica, dopo un viaggio a dir poco estenuante, quattro mesi fa, coronando il suo sogno che era proprio questo: risiedere nella nostra nazione. Ora, in attesa dei documenti che le permetteranno di trovare lavoro, vive in un pensionato assieme alla sua compagna di viaggio. Qualche volta ha nostalgia della sua famiglia e dell’ambiente che ha lasciato, ma è determinata a costruire la sua vita in Italia: "Un giorno forse tornerò nella mia terra"mi dice "ma solo per rivedere i miei cari". Quando le chiedo i motivi di questa decisione mi risponde che in Romania non c’è nessuna prospettiva per i giovani, il futuro è incerto il lavoro poco e scadente. Ama l’Italia, gli italiani e tutto ciò che d’italiano c’è, dall’arte al cibo, mentre mi parla guardandomi con fiducia mi sento orgogliosa in quanto italiana di questo suo amore per la mia patria ma anche un po’ preoccupata, per scaramanzia incrocio le dita, augurando mentalmente a lei ed a tutti i giovani come lei, ospiti del mio paese, un avvenire buono, senza delusioni e non più barriere, di nessun tipo, fra i popoli. Mi racconta poi che nel suo paese la maggioranza della popolazione è di fede cristiana-ortodossa e la lingua nazionale è il rumeno, un idioma neolatino che costituisce il carattere unificante del paese, altre lingue parlate sono l’ungherese, il tedesco, il turco, il serbo-croato e l’yiddish.
Della cucina rumena ama molto i peperoni ripieni di carne uno dei piatti nazionali e un dolce a base di formaggio chiamato "Pasca".
Se ne va baciandomi proprio come fossimo vecchie amiche.

Brasile (Portoghese, Brasil), repubblica federale dell’America meridionale. Con una superficie di 8.511.966 km2, è lo stato più esteso del continente. Confina a nord con il Venezuela, la Guyana, il Suriname e la Guiana Francese, a sud con l’Uruguay, a ovest con l’Argentina, il Paraguay, la Bolivia e il Perù, a nord-ovest con la Colombia; a est è bagnato dall’oceano Atlantico. La maggior parte della popolazione è concentrata nelle regioni costiere e, in particolare, nelle città di São Paulo e di Rio de Janeiro. La capitale è Brasilia (1.598.415 abitanti nel 1991).
Suddivisioni amministrative e città principali
Il Brasile è una repubblica suddivisa in 26 stati e nel distretto federale di Brasilia. La città più popolosa è São Paulo (9.626.880 abitanti nel 1991), un importante centro industriale situato nella regione del Sudeste. Altre città importanti sono Rio de Janeiro (5.473.346 abitanti nel 1991), capitale del paese prima di Brasilia, metropoli costiera e principale città portuale; Porto Alegre, la capitale dello stato del Rio Grande do Sul; Salvador, Belem, Recife, Curitiba, Belo Horizonte e Manaus, sul Rio delle Amazzoni.
Ordinamento dello stato
Il Brasile è una repubblica federale di tipo presidenziale istituita nel 1889. Il presidente, eletto a suffragio universale diretto e in carica per quattro anni, è anche capo del governo. Il Congresso nazionale, cui è affidato il potere legislativo, è formato da un Senato federale composto dai rappresentanti degli stati (81 membri in carica per otto anni) e da una Camera dei deputati (517 membri in carica per quattro anni).
Storia
Il territorio del Brasile era abitato in origine da popolazioni amerinde seminomadi, appartenenti alle tribù degli arawak, tra le quali i caribi, stanziati nelle regioni settentrionali, e i tupí-guaraní che vivevano lungo la costa orientale e nella valle del Rio delle Amazzoni.

• Centro storico di Salvador
Salvador (Brasile) (Già Sáo Salvador o Bahia), città dei Brasile orientale, capitale dello Stato di Bahia. Attivo porto sull’oceano Atlantico, Salvador è situata su una penisola all’ingresso della baia di Todos os Santos. I principali prodotti d’esportazione sono caffè, tabacco, zucchero, cotone, diamanti sintetici e petrolio. La sede di cantieri navali, raffinerie di zucchero, cotonifici, manifatture dei tabacchi. Salvador de Bahía è composta da due nuclei nettamente distinti: la città bassa, che si estende lungo la costa, e la città alta, posta su una ripida altura, collegate tra loro da funivie e strade sinuose- Conserva numerosi edifici in stile coloniale portoghese, tra cui la chiesa di Sao Francisco (XVI secolo). Fondata dai portoghesi nel 1549 con il nome di Sào Salvador da Bahia de Todos os Santos, fu capitale e sede del governatore generale dei territori portoghesi in Brasile fino al 1763. Divenne capitale dello Stato di Bahia nel 1889. Abitanti: 2.072.058 (1991).

Seicelle (Inglese e francese, Seychelles), repubblica africana, membro del Commonwealth, comprendente circa novanta isole situate nell’oceano Indiano occidentale, a nord-est del Madagascar. Ha una superficie di 455 km2 e la sua capitale è Victoria. L’arcipelago è diviso nel gruppo di Mahé a nord e in un gruppo di isole pianeggianti e coralline a sud, le altre isole coralline sono per la maggior parte disabitate e prive di fonti di acqua dolce. Nel 1994 le Seychelles avevano una popolazione di 73.000 abitanti, che per il 90% circa risiedeva sull’isola di Mahé, dove si trova Victoria (24.325 abitanti nel 1987), capitale e porto principale del paese. Gran parte della popolazione è composta da creoli di origine francese; le isole sono inoltre abitate da minoranze di indiani e cinesi. Le lingue ufficiali erano l’inglese e il francese fino al 1981, quando furono sostituite dal più diffuso dialetto creolo-francese; circa il 90% degli abitanti professa la religione cattolica. Ordinamento dello stato In base alla costituzione introdotta nel 1979, dopo il colpo di stato del 1977 il potere esecutivo è esercitato da un presidente, eletto a suffragio universale ogni cinque anni, il quale nomina un consiglio dei ministri che lo coadiuva nelle funzioni governative. L’assemblea popolare, composta da 23 membri eletti a suffragio universale e da 2 di nomina presidenziale, esercita il potere legislativo. Il Fronte progressista del popolo (SPPF), è stato l’unico partito politico dal 1977 al 1991, quando i partiti dell’opposizione furono dichiarati legali. Dopo le elezioni del luglio 1993 il Fronte progressista è rimasto al potere, vincendo nettamente sugli avversari politici. Storia Probabilmente già conosciute dagli arabi intorno all’XI secolo d.C., le Seychelles furono scoperte dai portoghesi nel 1502. Nel 1756 la Francia rivendicò il possesso delle isole, che allora erano disabitate, e i coloni francesi con i loro schiavi vi si stabilirono a partire dal 1770. Nel 1814 l’arcipelago fu annesso alla Gran Bretagna, che le amministrò dalle isole Maurizio per quasi tutto il XIX secolo fino a quando divennero, nel 1903, una colonia britannica separata. Gli anni Sessanta videro la formazione di partiti politici locali, fra cui i più importanti erano il Partito democratico, di centrodestra, guidato da James Mancham, e il Partito del popolo unito, di ispirazione socialista, capeggiato da Albert René.

R O M A N I A
Romania Repubblica dell’Europa orientale, confina a nord con l’Ucraina, a est con la Moldavia, a sud con la Bulgaria, a sud-ovest con la Serbia (parte della federazione di Serbia e Montenegro) e a nord-ovest con l’Ungheria; a est si affaccia sul mar Nero. La superficie territoriale è di 238.391 km2 e la capitale è Bucarest.
Popolazione - La Romania ha una popolazione di 22.730.622 abitanti. Il grado di omogeneità etnico-culturale è considerevole; quasi il 90% della popolazione è infatti costituito da rumeni, discendenti delle genti che abitavano la Dacia (l’odierna Romania) al tempo della conquista romana nel 106 d.C., mentre la minoranza più consistente è quella ungherese-magiara (11% ca.), concentrata nella Transilvania occidentale; i tedeschi (1% ca.), abitano prevalentemente nel Banato rumeno. Sono presenti anche ucraini, ebrei, russi, serbi, croati, bulgari, tartari e slovacchi.
Ordinamento dello stato - La Romania è una repubblica basata sulla Costituzione del 1991, che ha sostituito quella del 1965; capo di stato è il presidente della Repubblica, eletto con suffragio universale diretto ogni 4 anni, affiancato da un primo ministro, di sua nomina, posto a capo del Consiglio dei ministri cui compete il potere esecutivo. L’Assemblea nazionale, bicamerale, è l’organo legislativo del paese; è composta dalla Camera dei deputati, con 341 seggi di cui 13 riservati alle minoranze etniche, e dal Senato di 143 membri. Gli eletti delle due camere restano in carica per un periodo di 4 anni. La Corte suprema è il tribunale di massimo grado ed esercita il controllo dell’attività svolta dall’intero sistema giudiziario, dunque dai tribunali minori, di cui fanno parte i tribunali distrettuali e locali.
La Romania nell’orbita sovietica - Il processo di sovietizzazione del paese, oltre a investire le istituzioni politiche e culturali, incluse anche frequenti epurazioni di dissidenti: Stati Uniti e Gran Bretagna denunciarono infatti più volte la Romania per le sistematiche violazioni dei diritti umani. Furono adottate nuove costituzioni, nel 1952 e nel 1965, ma il modello sovietico di governo non venne intaccato. Nel 1952 divenne capo del governo Gheorghe Gheorghiu-Dej, segretario del Partito dei lavoratori (in cui si erano fusi comunisti e socialdemocratici) dal 1945; fu sostituito da Chivu Stoica nel 1955. Petru Groza, presidente dal 1952, morì nel 1958; gli successe Ion Gheorghe Maurer, poi capo del governo nel 1961, mentre Gheorghiu-Dej assumeva la carica di presidente. Alla morte di quest’ultimo, nel 1965, Stoica lo sostituì e Nicolae Ceausescu divenne segretario del partito che prese ora la denominazione di Partito comunista rumeno; la triade Maurer, Stoica e Ceausescu si spartì il potere finché Ceausescu salì alla presidenza nel 1967.
Il crollo del regime - Mentre avveniva il repentino crollo dei governi comunisti dell’Europa orientale nel 1989, Ceausescu represse brutalmente una dimostrazione antigovernativa a Timisoara: l’insurrezione si propagò in altri centri e nella capitale, dove l’esercito si rifiutò di intervenire contro la popolazione. Seguirono giornate di sangue: Ceausescu fu costretto a fuggire da Bucarest il 22 dicembre del 1989 ma, catturato insieme alla moglie, venne giustiziato con lei dopo un processo sommario il giorno di Natale dello stesso anno. Un organo ad interim, il Comitato del fronte di salvezza nazionale, presieduto da Ion Iliescu, revocò le misure politiche repressive precedenti, smantellò le strutture del regime e ne imprigionò alcuni rappresentanti.
Alle recenti elezioni presidenziali del novembre 1996 si sono sfidati ancora una volta il presidente in carica Ion Iliescu, candidato del Partito della democrazia sociale (nuova denominazione del Fronte democratico di salvezza nazionale) che raggruppa ex comunisti e postcomunisti, e il leader della Convenzione democratica, una coalizione di centro-destra, l’ex rettore dell’università di Bucarest Emil Costantinescu, che ha trionfato sull’avversario, ininterrottamente al potere fin dal crollo del regime di Ceausescu.