Alba Finzi, mancata il 12 luglio 2014, insegnò, insieme alla sorella Lia, più giovane di cinque anni, nella Scuola elementare ebraica di Venezia tra il 1946 e il 1951, conservando di quel periodo i lavori realizzati dai suoi scolari: disegni, giornalini, scritti che per sua volontà sono stati donati ora all’Archivio Renato Maestro della Comunità ebraica e che andranno a completare la documentazione sulla scuola ebraica.

 

di Gabriele Stoppani

 

Una donna tra i giusti della società civile

Il 25 gennaio 2015 si è svolta, nella biblioteca della comunità ebraica, una piccola cerimonia per un atto altamente simbolico: gli eredi hanno consegnato l’archivio di Alba Finzi, come aveva stabilito lei stessa nel suo testamento, ai responsabili della Comunità. Si tratta di una preziosa documentazione relativa alla Scuola Ebraica in cui Alba insegnò e che riporta testi disegni compiti ed altro che i bambini superstiti della tragedia della Shoah eseguirono sotto l’abile umana ed affettuosa guida dei loro maestri: attraverso l’insegnamento furono riannodate vite distrutte e seminate speranze future.
Questa donazione è l’ultimo dei tanti atti di generosità con i quali Alba Finzi ha impreziosito la sua e la nostra vita, dimostrando forza e dignità nel perseguire sempre con coerenza e forza alti valori sociali e virtù civili.
Noi dell’associazione “Nicola Saba” e del CTP “Giulio Cesare” per 10 anni di seguito, dal 2003 al gennaio 2014 pochi mesi prima della sua morte, abbiamo avuto la fortuna di ascoltare in aula magna le sue testimonianze sulla Shoah in occasione della Giornata della Memoria. Alcune le abbiamo pubblicate nella rivista “EP” agevolati molto dal fatto che lei le scriveva e le preparava sempre con cura e precisione, perché nulla di quello che lei patì personalmente e che gli ebrei di Venezia d’Italia e d’Europa subirono all’indomani della promulgazione delle leggi razziali in Germania e in Italia fino alla fine della guerra ed oltre, fosse lasciato al caso; perché avvenimenti e vicende e situazioni spesso legate alla sfera personale e quindi umanamente cucite al sentimento (una delle più pesanti che ricordava spesso era relativa al giorno in cui la cacciarono di scuola perché ebrea) dovevano per Alba uscire dalla sfera personale ed entrare in ambito storico e sociale, laddove i fatti trovano concatenazioni logiche e le cause vengono sottoposte al vaglio della ragione. Solo allora possono diventare coscienza collettiva. A proposito di cause, sottolineava spesso e con convinzione ragionata che la causa dell’escalation delle leggi antirazziali e della susseguente caccia all’ebreo fu l’indifferenza dei cittadini, il loro “girarsi da un’altra parte” tanto “l’attacco alla diversità non tocca me, non mi riguarda”. Non solo una denuncia di quanti scientemente appoggiarono il fascismo qui in Italia e addirittura diventarono delatori di ebrei in cambio di denaro quando gli israeliti cominciarono ad esser deportati nei lager nazisti, ma di quanti rimasero silenti ed ignavi di fronte al disastro.   
Io credo che se raccogliessimo con cura tutte queste sue comunicazioni ne uscirebbe un manuale scolastico molto utile agli studenti ai docenti ed ai cittadini per capire quanto successe negli anni trenta in Italia e Germania (ma pure altrove) in quale contesto politico e culturale maturò la Shoah e di chi furono le responsabilità, prossime e remote. Ma ne uscirebbe anche un testo di alto valore letterario, perché ogni pensiero è soppesato in un concento di espressioni concatenate in un ritmo tanto leggero quanto preciso; perché ogni aggettivazione non è mai banale ma sempre calibrata, mai esagerata ma sempre mirata; perché lo stile si muove in perfetto equilibrio tra l’emotivo personale e l’oggettivo storico.
Ed ogni comunicazione è sempre stata una novità mai una ripetizione. Anzi prima di programmarla ci sentivamo e lei mi diceva: “ma Gabriele io rischio di ripetermi, nelle riflessioni nei racconti ecc., e questo non mi piace”.“Non preoccuparti Alba” le dicevo “sai bene che la tua testimonianza è rivolta innanzitutto agli adulti che seguono i corsi pomeridiani di terza media, e negli ultimi anni sono quasi tutti stranieri; le tue parole servono a far conoscere a persone di etnia e religione diversa la Shoah di cui non hanno mai sentito parlare. Questi studenti completano il corso di terza media in un anno e l’anno successivo ne arrivano un altro centinaio sempre dai più svariati paesi, cinesi, arabi, africani, europei dell’est ecc., che ti sentono per la prima volta e i tuoi racconti per loro sono delle assolute novità. In quanto agli adulti italiani che frequentano i corsi di educazione permanente e ti vengono ad ascoltare, sono sempre desiderosi di dialogare con te sul tema delle leggi razziali, ma anche della vita politica a Venezia prima della guerra fino all’8 settembre e della resistenza e del dopoguerra, perché magari anche loro o i loro stretti parenti erano presenti e conoscono bene il tuo impegno civile a testimonianza dei diritti civili.” “Ah va bene, allora vengo pure quest’anno, anche perché so che inviti il complesso Samarcanda che esegue brani di musica Klezmer che amo moltissimo”. Già e ogni anno il tuo raccontare non era mai identico, mai banale, sempre ficcante e toccante, spesso si addentrava nei sentieri dell’emozione ma sempre dentro la montagna della ragione, una montagna chiara specchiata come la luce che scioglie le ombre della stoltezza. 
Questi incontri nel tempo hanno permesso ad Alba di stringere con la nostra associazione rapporti ancor più ampi di collaborazione sul piano culturale, e con me una sincera amicizia basata su reciproca stima, personale e professionale.
Sapevo che gran parte della sua vita l’aveva spesa con passione nell’insegnamento della matematica. Per questo la invitai a scrivere per la nostra rivista EP un articolo in merito. Alla fine dopo qualche mirata insistenza cedette e ci inviò 3 pagine che pubblicammo nel n. 21 della rivista del settembre 2011 col titolo: “Considerazioni sull’insegnamento della matematica: MATEMATICA PER TUTTI”.Altro che metodologia superata, altro che banalità in cifre! Un saggio di grande attualità, ragionamenti come al solito ficcanti e intelligenti poggianti su esperienze di vita, soprattutto rivolte agli alunni intesi come persone da formare e non solo da erudire; una dissertazione che oggi, e non anni fa, può esser di stimolo per una epistemologia della didattica, e non solo di quella matematica. Il senso di quell’articolo è stato ben sintetizzato dal professor Gianfranco Peretti nell’occhiello introduttivo con le seguenti parole: “Con una visione critica iperbolica quanto propositiva e un’analisi rigorosa e serrata, Alba si interroga sul senso dell’insegnamento della matematica nelle scuole e infine afferma: -E’ necessaria una nuova didattica della matematica, una matematica ordinatrice della realtà che, intesa nella sua funzione essenziale, quella formativa, porti l’individuo a capire e a criticare in modo intelligente e obiettivo il mondo di cui fa parte”.
Per tutte queste virtù civili e professionali, tenendo inoltre conto della sua passione per l’arte, l’associazione “Nicola Saba” vuol ricordare Alba Finzi con un concorso permanente denominato FANTASIE MATEMATICHE e rivolto agli alunni delle scuole elementari e medie del Comune di Venezia. Il testo del medesimo viene pubblicato in calce.
E’ un ringraziamento ad Alba, nella speranza di far cosa gradita a quanti l’hanno amata e stimata.   

  

Concorso “FANTASIE MATEMATICHE”

L’Associazione per l’educazione permanente “Nicola Saba” e l’I.C. “C.Giulio Cesare” di Mestre, in collaborazione con l’Ufficio scolastico di Venezia promuovono un concorso in ricordo di Alba Finzi che, per molti anni, ha portato nelle scuole ed altrove la sua testimonianza sulla SHOAH raccontando agli studenti la propria esperienza e sofferenza dalla promulgazione delle leggi razziali contro gli ebrei fino al termine della seconda guerra.
In modo particolare negli ultimi dieci anni della sua vita è stata ospite fissa dell’Associazione “Nicola Saba”, del Centro Territoriale per Adulti e della Scuola Media “C. Giulio Cesare” di Mestre offrendo momenti di profonda riflessione e commozione sullo sterminio degli ebrei perpetrato dai nazisti e dai loro collaboratori fascisti d’Italia. Parole soppesate, meditate che sapevano porgere scampoli discreti di vita personale, ma soprattutto considerazioni di alto valore civile con l’occhio rivolto al passato per non dimenticare e lo sguardo critico sul presente perché tragedie di indifferenza e intolleranza non abbiano a ripetersi.
Col concorso “FANTASIE MATEMATICHE” si vuol ricordare Alba Finzi per la professione che lei con impegno ed interesse esercitò durante la sua vita: l’insegnante di matematica; e come si evince dal profilo che pubblichiamo in calce e stilato dalla figlia Sabina, si adoperò in tale disciplina non solo per erudire gli alunni nell’aritmetica e nella geometria, ma soprattutto per insegnare loro ad usare la matematica con intelligenza e creatività; le sue riflessioni sulla didattica della matematica sono state inoltre oggetto di aggiornamenti per i docenti.
Alba Finzi è stata anche un’appassionata studiosa e cultrice di arte. Matematica ed arte hanno a che fare entrambe con i rapporti tra le cose, sono un tentativo di superare l’aspetto immediato delle percezioni; di cogliere la tensione creatrice dell’intelligenza, superando ciò che è già noto.
Di qui lo scopo del concorso: premiare la fantasia dei bambini e dei ragazzi che meglio sapranno organizzare, partendo da numeri insiemi o funzioni, situazioni di significativa creatività
Il concorso è individuale e rivolto agli alunni delle quarte e quinte elementari e delle tre medie frequentanti le scuole del Comune di Venezia. L’iscrizione è a costo zero. L’Associazione “Nicola Saba” mette a disposizione per i premi euro mille (1000).

Struttura del concorso

Il Comitato promotore:

E’ formato da tre rappresentanti, uno indicato dall’Associazione “Nicola Saba”, uno dall’Istituto Comprensivo “C. Giulio Cesare” di Mestre, uno dall’Ufficio Scolastico Regionale.

Compiti del Comitato Promotore:


Indicare le linee generali su cui dovranno vertere le prove di concorso.

Stabilire le quote di premiazione.

Raccogliere eventuali quote che enti associazioni privati vorranno aggiungere prima della definizione delle regole di concorso.

Stabilire modalità e date del concorso.

Nominare i membri del Comitato Scientifico.

Il Comitato Scientifico:

Sarà nominato dal Comitato Promotore.

I membri dovranno esser esterni al Comitato Promotore ed alle Scuole Medie e dell’infanzia del Comune di Venezia.

Il Comitato Scientifico predisporrà le prove.

Visionerà le medesime.

Segnalerà al Comitato Promotore i meritevoli di premio.

 

Profilo biografico di Alba Finzi
a cura di Sabina Vianello.

Alba Finzi, insegnante (Venezia, 16 maggio 1923 – 12 luglio 2014).
Nel 1938, a causa delle leggi razziali che esclusero dalle scuole pubbliche tutti gli studenti e gli insegnanti di origine ebraica, è obbligata ad abbandonare la sua classe e le sue compagne. Dai primi mesi del 1939 può continuare e terminare il corso dei suoi studi nella scuola secondaria superiore approntata dalla Comunità Ebraica, tra grandi difficoltà, in un edificio del centro cittadino.
Consegue il diploma magistrale e la maturità scientifica.
Alla fine del 1943 si rifugia in Svizzera con il padre e la sorella per sfuggire ai tedeschi che dall’8 settembre occupano l’Italia centro-settentrionale. Dopo essere passata per vari campi di raccolta profughi e aver lavorato nel campo di lavoro di Hetzberg vicino a Zurigo, riesce a vincere una borsa di studio per l’Università di Basilea, dove frequenta i corsi dell’Accademia di Belle Arti. Rientra in Italia nel 1945 e si iscrive alla facoltà di medicina dell’Università di Padova. Mentre frequenta il terzo anno, viene incaricata dalla Comunità di far funzionare, in Ghetto, la Scuola Ebraica, per raccogliere e riportare alla normalità i ragazzi superstiti e sbandati che dopo la Liberazione erano ritornati alle loro case. L’esperienza dura dal 1946 al 1951.
L’esperienza eccezionale di quegli anni ha influenzato la sua scelta di lasciare medicina per dedicarsi all’insegnamento e rimane di ruolo nella scuola elementare pubblica fino al 1978.
Successivamente, chiamata a The British School di Venezia, vi ha insegnato per un altro decennio.
Questa esperienza l’ha portata ad interessarsi ed approfondire la didattica dell’insegnamento multilingue nella Scuola Primaria.
Alba Finzi si è sempre occupata di ricerca pedagogica: ha collaborato alla stesura dell’Inserto Didattico di “Riforma della Scuola” e ha fatto parte per dieci anni della redazione della rivista.
Interessata da sempre all’insegnamento della Matematica, ha partecipato ai primi fondamentali seminari per l’elaborazione del programma che proponeva l’inserimento dell’Insiemistica nella Scuola Primaria italiana.
Ha fatto parte del gruppo di progetto sperimentale che per un triennio, ospite della Cittadella di Assisi, operava per diffondere un metodo di educazione musicale (Kodaly) nella scuola (Seminari estivi rivolti agli insegnanti).
Al Magistero dell’Università di Padova, negli anni Ottanta, ha fatto parte di un gruppo di ricerca e di verifica sul rinnovamento della didattica nella Scuola Italiana.


Classe IV inferiore femm. Istituto Magistrale Tommaseo, con il preside Augusto Levi e l’alunna Alba Finzi.